Greek Love – L’Amore Greco – Chapter 13
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Il ritiro dei bagagli in aeroporto fu celere, mentre mi diceva Giulio che quando, anni addietro, tornammo da San Paolo, alla Malpensa ci impiegammo un sacco di tempo. Io non mi ricordavo di quel giorno perché avevo solo occhi per i miei nuovi genitori e pertanto non mi accorgevo nemmeno del tempo che passava. Era un po’ come se avessi visto la fata turchina per la prima volta, una doppia fata turchina. Quella donna bellissima, biondissima e vestita di azzurro che aveva ammaliato Pinocchio ammaestrandolo e trasformandolo da birbante burattino di legno a un vero e bravo bambino in carne e ossa.
Come facevo a conoscere quella fiaba romanzata di Collodi, vi chiederete? Io che vivevo in una degradata favelas brasiliana? Me la lesse parecchie volte Lucilla, la sera quando mi coricavo a letto, nei primi giorni che mi stabilii nella sua casa.
Così, con un trolley a testa andammo verso l’uscita dove ci attendeva Dimitri, anzi no Dimitra, scusate. Giulio mi precedeva camminando veloce come un forsennato, anche sul tapis roulant, per l’inevitabile eccitazione di conoscere quanto prima la sua nuova amica dal vivo. Io facevo fatica a stargli dietro e, nel frattempo, osservavo le varie persone che incrociavamo nel percorso.
C’era una famiglia di quattro componenti, tutti quanti in piedi, davanti a un distributore automatico, che sembrava appena uscita dalle riprese di uno spot pubblicitario: mamma e figlia indossavano un vestito identico a maniche corte, con gonna fin sotto le ginocchia, di colore rosso corallo, con chiusura a bottoni davanti e calzavano entrambe dei sandali di colore bianco. Invece papà e figlio portavano la stessa camicia a quadri rossi su sfondo bianco e jeans azzurri. Ai piedi delle scarpe bianche sportive. Dalla carnagione slavata presumevo che fossero nordici. Io indossavo una polo azzurra e jeans scuri mentre mio padre una polo rossa e jeans chiari.
In quel momento mi misi a ridere di gusto per la bizzarria di quella famiglia, che sembrava fatta con lo stampino e un uomo di mezza età che mi stava incrociando sull’altro lato del tapis roulant, che procedeva in direzione opposta, mi osservò con sguardo scocciato perché pensava che lo stessi deridendo. In effetti continuai la risata, perché quell’individuo sembrava vestito proprio come Indiana Jones e aveva l’aria di essere un Americano.
Infine, quasi giunti all’uscita, ci superò un giovane di colore che stava correndo sul pavimento e non sul tapis roulant. Portava sulle spalle uno zaino e trascinava un trolley rosso. Solo lui sapeva come faceva a tenere l’equilibrio, a non cadere. Fatto sta che indossava dei pantaloni della tuta di colore fucsia attillati, che evidenziavano delle natiche molto formose. Sculettava e penzolava il braccio libero sinistro, in una maniera molto femminile. Mi fece venire in mente l’omossessuale ergastolano nel film Con Air con Nicolas Cage protagonista, quando scappò insieme agli altri detenuti, dopo l’esplosione dell’aereo atterrato.
Mi misi a ridere facendo rumore e Giulio che mi sentì, si fermò, si voltò verso di me e disse sorridendo:
“Lo so, sono ridicolo, scusami ma non vedo l’ora di conoscere Dimitra”.
Io sorrisi facendogli credere che stessi ridendo a squarciagola per lui. Non potevo parlargli del gay, perché sapevo che lui, da vero amante delle donne, avrebbe reagito in maniera avversa.
Oltrepassammo la porta scorrevole dell’uscita e sul piazzale c’era Dimitra, in piedi, davanti a un taxi. Era riconoscibile perché aveva già annunciato a Giulio che avrebbe indossato una maglietta bianca sportiva, jeans rossi e teneva in mano un foulard rosso. Anche lei sapeva i colori delle polo che avremmo indossato e il colore nero dei trolley. Ci vide e ci salutò sventolando il foulard rosso. Non appena ci avvicinammo a pochi metri, ci fece un sorriso molto gradevole e mi sembrò ancora più bella di come l’avevo vista su internet.
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Bella tecnica: ogni capitolo ha un finale che desta la curiosità di leggere già quello successivo.
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Semplice, scorrevole ed emozionante… Complimenti
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Very good
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Racconto intrigante.
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Interessante storia
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