> CAPITOLO 27< GREEK LOVE

Greek Love – L’Amore Greco – Chapter 27

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“Che tu fossi vergine Ricardo l’avevo subito intuito.”
Iris mi disse queste parole dopo che avevamo fatto l’amore anche la notte seguente e sapevamo che Giulio e Dímitra sarebbero tornati a casa dopo tre giorni. Pertanto dovevamo dichiararci a loro.
Eravamo distesi sul letto a pancia in sù e il mio amore greco aveva il suo viso sul mio petto.
“Lo so a cosa stai pensando…”, lei continuò e io le risposi:
“Vediamo se indovini…” e Iris ci azzeccò in pieno:
“Stai pensando che tu invece non ti immaginavi che io fossi vergine e ancora di più che fossi una transgender.”
La giovane greca alzò leggermente il capo cercando il mio sguardo e capì subito dalla mia espressione che mi aveva letto nel pensiero. E proseguì ancora:
“E ora sei anche pensieroso che non vorrai tenere questo mio segreto a tuo padre. Prima o poi dovrai dirglielo che non sono una femmina al cento per cento e lo sai perfettamente che non la prenderà bene. No?”
Iris mi fece la domanda dopo aver appoggiato di nuovo il suo capo sul mio petto” e io le risposi:
“È proprio così amore mio” e istintivamente afferrai i suoi capelli, invitandola a incrociare i miei occhi e cercando di non tirarglieli. Avvicinai le mie labbra alle sue e infilai la mia lingua nella sua bocca, assaporando la sua saliva che sapeva di sesso, mentre i primi chiarori dell’alba attraversavano le tende, non chiuse perfettamente, e baciavano i nostri visi.

Il mio amore greco decise di staccare le sue labbra dalle mie e cominciò a passare la sua lingua intorno ai miei capezzoli per poi succhiarli con golosità, come se fossero caramelle. Poi la lingua scese sul mio stomaco fino all’ombelico e la infilò nel piccolissimo orifizio procurandomi un leggero solletico. Ripeté di nuovo la stessa sequenza ritornando a baciarmi e questa volta infilò lei la sua lingua nella mia bocca e intanto cominciò a prendere in pugno il mio pene masturbandomi leggermente. Io stavo sdraiato a pancia in sù ed ero gioiosamente in estasi mentre lei cominciò a leccarmi i testicoli e tutto il corpo del pene fino al glande, ripetutamente per parecchi secondi e poi me lo prese tutto in bocca e me lo succhiò lentamente e delicatamente, stando attenta a non toccarmelo coi denti. A un certo punto, tenendomelo in pugno, mi osservò e mi chiese:
“Vuoi venire adesso?”
“No!” Le risposi e, con tono deciso, le ordinai:
“Ora alzati, vai alla finestra, apri bene le tende e appoggia le mani in alto sui vetri e stando in piedi abbassa un pochino il tuo sedere.”
Lei si alzò subito dal letto e mi sorrise apprezzando la mia iniziativa e io le sorrisi mentre i primi bagliori dell’alba erano più intensi e illuminavano in pieno il mio viso assonnato ma sereno. Lei era pronta, nuda di fronte a me, col suo bel sederotto in mostra tutto per me e a mia completa disposizione. Io mi alzai e mi accostati dietro il suo corpo caldo e voglioso. Appoggiai il membro duro sulle sue chiappe e cominciai a leccarle il collo e i lobi delle orecchie. Poi mi inginocchiai, le divaricai le sue gambe e passai la mia lingua nel suo culo su e giù. Il suo ano era bello umido, mi alzai e la penetrai delicatamente per poi passare a colpi di fianchi decisi e secchi e così via delicato e leggermente brutale. E quando Iris cominciò a fare urletti di godimento, le tirai leggermente i capelli e accompagnai il suo viso contro il vetro della finestra fino al punto che lei quasi mi implorò:
“Basta amore, mi farai morire di sesso! Può bastare!”
Mollai la presa della mia mano sui suoi capelli e ritornai a sdraiarmi a letto sempre a pancia in sù. Il mio amore greco si avvicinò a me, coprendomi dai raggi solari.
In quel brevissimo lasso di tempo, mi sembrò che emanasse dal suo nudo corpo una raggiera angelica. Mi parve un suadente angelo dell’amore.
Si sdraiò al mio fianco. Mi leccò anche lei il lobo dell’orecchio e intanto mi menava l’uccello piuttosto velocemente per farmi venire. Il mio seme uscì dalla punta come lo spumante da una bottiglia stappata e raggiunsi l’apoteosi dei sensi.

Eravamo ancora sdraiati a letto e Iris ricevette una telefonata da sua madre che lei e mio padre sarebbero arrivati a casa nel pomeriggio.
“Che reazione aveva avuto tua madre quando scoprì la tua identità sessuale?”
“Sono sempre stata una persona che da piccola, all’asilo, giocavo con le bamboline delle mie amichette ma Dimitra non diede mai importanza a questo mio comportamento, perchè tutti i bambini da piccoli sono praticamente asessuali. Anzi, si gioca spesso scambiandosi i ruoli. Poi, io mi sono sviluppata precocemente: a circa quattordici anni mi spuntarono dei piccoli seni e mia madre capì subito la mia vera identità sessuale, anche perché, di nascosto, usavo i suoi trucchi. Così mi portò dallo psicologo giusto per rassicurarsi che io fossi persuasa e ben consapevole della mia situazione. Comunque mi parlò molto e mi stette molto vicina, fino a quando non raggiunsi la maggiore età e cominciai a viaggiare per gli studi. Ho sempre preferito tenere segreta la mia sessualità e così ho avuto brevissime storie d’amore con uomini ma anche con donne, troncando subito con loro non appena desideravano avere un approccio carnale con me… “

Smise di parlare e notai che aveva un velo di tristezza sul suo viso e delle gocce di lacrime scendevano dai suoi occhi sul mio petto.
“Ora vedrai che ci uniremo ufficialmente e dichiareremo a tutto il mondo chi sei veramente e che io sono pazzo di te, ti amo Iris!”, le dissi accarezzandole i capelli.
“Anch’io ti amo Ricardo, ti amo da impazzire”…

E ci baciammo con intensa passione senza pensare a mangiare. Ci nutrimmo di tanto tanto amore.

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2 commenti

  1. Lyon ha detto:

    Narrazione molto coraggiosa, al limite del trash ma molto azzeccata nel contesto. Ci sta… Complimenti

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  2. Rex ha detto:

    Verginità ed Eros mixati con una semplicità narrativa sublime.

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