>EPILOGO< GREEK LOVE

Greek Love – L’Amore Greco – Epilogue

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Ed eccoci qua tutti quanti felici a ballare il Sirtaki nella Piazza Elefteria (Piazza della Libertà), la piazza principale di Kos città.
Fra una vicissitudine e l’altra non avevo ancora visitato questa bellissima piazza: circondata da edifici costruiti durante gli anni della colonizzazione Italiana dopo che questa parte di città crollò nel terremoto del 1933. Avrò molto tempo e modo di farmela descrivere bene, soprattutto storicamente da Iris. Oggi è una bellissima giornata di sole, come sempre del resto su questa isola meravigliosa. Da quando mio padre se ne ritornò in Italia lasciandomi sull’isola col mio amore greco, avvennero ancora degli avvenimenti che portarono a uno sviluppo, ovviamente, di lieto fine a oggi. Altrimenti non sarei qui ora a raccontarvelo allegramente mentre ballo il Sirtaki.
Siete pronti? Allora preparate tutti quanti i fazzoletti perché è un super finale emozionante…

“Immaginando amore, provo a sognare il volto di colei che avrei potuto amare veramente, ma il tempo passa, non dà tregua e rimane tristemente solo nelle mie fantasie.
Ma un brivido mi pervade la schiena perché finché c’è vita e salute c’è speranza e tu ritorni fra le nuvole di pensieri che mi girano in testa.
Ma poi mi rendo conto che il tempo passa e sei come l’acqua del fiume che scorre via…ti voglio bene comunque caro Ricardo”

Mio padre mi aveva lasciato queste poche righe scritte su un foglio bianco, sul comodino, di fianco al mio letto, nella camera della casa di Dimitra in cui ero ospite. Una lettera breve che esprimeva tutto il suo animo tormentato nei confronti dell’amore in senso assoluto. E mi vennero in mente le sue considerazioni sull’amore da lui scritte al principio, nel suo manoscritto “Il mare fra di noi”:

– Un amore nasce, solitamente, già con la prospettiva che non sarà per sempre. Quando una coppia si lascia, significa che non c’è stato amore per sempre ma scambio reciproco di sensazioni carnali e sentimentali, con una data di scadenza. Ecco cos’è secondo me l’amore, nella maggior parte delle coppie: dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva e intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità, o la soddisfazione sul piano sessuale con un’inevitabile data di scadenza.
Alcune coppie hanno una data di scadenza più o meno breve e altre più o meno lunga. Le persone ipocrite sostengono che il sesso non è tutto in una coppia: palle! Il sesso non è tutto ma è fondamentale! Anzi, addirittura, in certe coppie è l’unica cosa che conta.
Del resto, non a caso la Chiesa autorizza l’annullamento di un matrimonio non consumato. E così via con l’ambiguità che non c’è sesso senza amore e viceversa.

E così succede, di sovente, che il sesso svanisce ancora prima del calare del virtuosismo erotico fra due persone. Svanisce…-

Mio padre era fatto così, prendere o lasciare ma io, nonostante non avesse accettato l’identità sessuale del mio amore greco, gli volevo bene comunque perché era mio padre. Era colui che, insieme a mia madre Lucilla mi aveva salvato dalla miseria delle Favelas. Era colui che, comunque, mi aveva insegnato anche cose buone e mi aveva forgiato bene, a modo suo, ad affrontare tutte le difficoltà della vita.
I giorni sull’isola con Iris trascorrevano abbastanza bene, anche senza di lui, ma mi mancava molto e la mia fidanzata lo aveva notato. Infatti, addirittura la passione amorosa fra noi due non era più sfavillante come i primi giorni del nostro rapporto. Inoltre, Iris soffriva molto anche per sua madre Dimitra che, spesso, non riusciva a mascherare il suo dolore per essere stata mollata a malo modo da Giulio. Ma un bel giorno:

“PRONTO? SÌ SONO RICARDO, SONO SUO FIGLIO. VA BENE, GIUSTO IL TEMPO DI ORGANIZZARMI E SARÒ LÌ QUANTO PRIMA…”

Arrivò al mio cellulare una telefonata da parte dei Carabinieri della Caserma di Vigevano:
Mi informarono che mio padre era caduto da cavallo e aveva subito un forte ematoma alla testa e pertanto doveva essere operato d’urgenza.
Venni preso dal panico più totale e mi domandai perplesso:
“Mio padre caduto da cavallo? Ma Giulio non è mai andato a cavallo nella sua vita, che caspita gli è saltato in mente di praticare equitazione alla sua età?”
Così mi ripigliai subito dall’intontimento della brutta notizia e prima di partire di tutta fretta volli fare una cosa che chiesi a Iris:
<<Amore mio vuoi sposarmi? Subito? Immediatamente?>>
<<Siii Ricardo!>>, mi rispose Iris, senza nessuna esitazione.
Ci sposammo di fretta e furia senza cerimonie. Avremmo festeggiato a tempo debito. Ci unimmo civilmente come due persone dello stesso sesso. Infatti il mio amore greco si chiamava all’anagrafe: Grīgorīs (nome) e cognome della madre Geōrgatos. Così la persuasi di non doversi operare per diventare donna. Per me non c’era assolutamente la necessità, l’amavo e adoravo così come madre natura l’aveva messa al mondo. E questa fu una felice sorpresa anche per Dimitra che mi raccomandò di mandarle i suoi calorosi saluti a mio padre nella speranza che si riprendesse bene dall’operazione….

…E così mi trovai di fronte a mio padre adottivo Giulio Garavaglia. Era sdraiato su un letto ed era tutto intubato. Ci trovavamo nell’Ospedale di Legnano. Era mattino presto e fuori c’era una bellissima giornata d’estate, fresca, perché la notte precedente era piovuto parecchio. Nella camera c’era solo lui. La luce era soffusa e la temperatura gradevole, grazie al condizionatore, ma facevo comunque fatica a respirare a causa dell’apprensione e l’ansia che provavo poiché Giulio era in attesa di essere operato alla testa.
Doveva prima ritrarsi un ematoma causato da una forte contusione, conseguente a una caduta da cavallo.
Era fatto così mio padre, doveva sempre provare nuove esperienze e nuove emozioni. Aveva voluto a tutti i costi cimentarsi nell’equitazione per la prima volta, arrivato a una certa età ed era sul letto che sembrava in coma. Andai a dormire in un hotel vicino all’ospedale per stargli accanto il maggior tempo possibile. Mangiai pochissimo e dormii pochissimo ma pregai moltissimo per lui finché, finalmente, passati due giorni, il chirurgo decise che mio padre poteva essere operato.
L’operazione andò bene e ci vollero dei giorni affinché Giulio si riprendesse.
E quando i dottori mi dissero che mio padre poteva ricominciare a parlare, mi arrivò una telefonata dal mio amore greco per annunciarmi una sorpresa.

<<Mi ricordo tutto Ricardo, nei minimi dettagli, sono molto pentito del mio comportamento, potrai mai perdonarmi?
E soprattutto Iris e Dímitra lo potranno?>>
Mi disse mio padre, seduto sulla carrozzina, agli inizi della riabilitazione pre-dimissioni dall’ospedale. Gli scendevano delle lacrime dai suoi occhi fino a bagnargli la folta barba grigia.
<<Certo papà che ti perdoneranno, così come l’ho già fatto io, già da quando te ne sei andato, tempo fa, dall’isola di Kos.>>
Gli asciugai le lacrime col mio fazzoletto di seta e poi lo abbracciai con tanto affetto.
E poi gli dissi:
<<Ora spero però che reggerai questa emozione papà…>>
Giulio fece una faccia stupita e rimase in silenzio.
Io feci una telefonata dal mio cellulare:
<<Ora potete entrare.>>

Dopo pochi minuti si aprì la porta della camera e mio padre scoppiò a piangere come un bambino.
Entrò Dimitra che corse subito ad abbracciarlo e subito dietro Iris che teneva in braccio un pargoletto.
<<Caro Giulio ti presento la tua nipotina. Questo è il desiderio esaudito di Mr Smith, in accordo di tutti noi tre ed è la nostra sorpresa per te, amore mio, ti amo tantissimo>>, disse quella che sarebbe diventata la mia nuova madre e la nonna di mia figlia.
Il mio amore greco affidò nelle braccia di mio padre la bambina e lui pianse ancora a dirotto di felicità, come probabilmente non gli era mai successo nella sua vita.
La bambina aveva appena un anno ed era un’orfana brasiliana proveniente dalle Favelas di San Paolo.

Così eccoci qua a ballare tutti quanti il Sirtaki abbracciati teneramente e felicemente: io e Iris, Dimitra e Giluio ma anche…
Volete proprio sapere chi anche? Ve lo dico subito: Mariana, sì proprio lei, il vecchio amore brasiliano tormentato di Giulio, ma anche quello che sarebbe il mio fratellastro e cioè Antony. Mariana aveva divorziato dal marito americano e l’ho invitata a questa festa con suo figlio, grazie ovviamente all’aiuto di Mr Smith.

Ma a questo punto mi chiederete: ma la tua bambina Ricardo dov’è?
È di fronte a noi, tenera e sorridente fra le braccia di un uomo seduto. E volete sapere chi è costui? È nonno Smith vestito con abito bianco. Sì avete capito bene, non è più Mr ma nonno. É andato definitivamente in pensione, ha smesso di fumare ed è diventato il nonno adottivo di quella che è divenuta la mia famiglia super allargata, nella quale si sono aggiunti anche Mariana e Antony.

Mia moglie Iris ferma il ballo e si stacca da noi. Prende in braccio la bambina da nonno Smith e l’affida fra le braccia di mio padre Giulio che è emozionatissimo e trattiene a stento le lacrime.
Il mio amore greco gli dice:
<<Carissimo Giulio ti vogliamo tutti quanti bene e abbiamo deciso di chiamare la bambina Lucilla>>.
Tutta la Piazza Elefteria di Kos fu un’apoteosi infinita di applausi.

“”La fiamma era ancora accesa
ma la cera era poca e poco promettente per l’ennesima notte perdente.
La mia speranza era riposta al chiaror del giorno seguente, ma lo stoppino ben conosceva il limite del suo destino inconsistente…”

IN MEMORIA DI MIA MADRE LUCILLA

THE END

GREEK LOVE
Un romanzo di Carlo Bianchi Orbis

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7 commenti

  1. Antoine ha detto:

    Il gran finale sempre emozionante come in tutti i racconti di Carlo Bianchi Orbis.

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  2. Antonella Di Lauro ha detto:

    Che dire ? Tutto è bene quel che finisce bene , ma è pure bello !
    Grazie Carlo … Aspetto con trepidazione il tuo prossimo lavoro letterario 🤗😘

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    1. carlobianchiorbis ha detto:

      Grazie di cuore Antonella. Ciaoooo

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  3. Martino ha detto:

    Racconto bellissimo

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  4. Armando ha detto:

    Racconto molto emozionante

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  5. katelon ha detto:

    I appreciate you following my blog 🙂

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