>CAPITOLO 1< SCENT OF THE SEA

Scent of the Sea – Chapter 1

ALL LANGUAGES 👇

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=601864600764141&id=276785086605429

POST 1

(ALCUNI SECOLI A.C. LA PREDESTINATA) – 🔮SCENT OF THE SEA 🔮

All’inizio dell’anno 600 A.C., nella zona che comprende il basso Rodano e l’alto Danubio ebbe origine la popolazione nomade dei Celti. Suddivisa in vari gruppi tribali, cominciò a migrare verso l’Italia settentrionale, dove si stanziò attorno a Mediolanum. 

Negli anni a seguire, in Lombardia, gli Insubri si stanziarono nella pianura compresa tra il Ticino e l’Oglio. Mentre i Cenomani tra l’Oglio e il Veronese. I Taurini occuparono il Piemonte, i Boi l’Emilia Romagna, i Senoni le Marche. I Celti sconfissero un esercito etrusco sul Ticino e conquistarono i territori dell’Etruria padana. 

Ma, tra il 223 e 222 A.C., i Romani condussero due spedizioni vittoriose contro gli Insubri, che culminarono nella vittoria del console Marco Marcello a Clastidium (l’attuale Casteggio in provincia di Pavia) e nell’assedio di Mediolanum. Nonostante la sconfitta, gli Insubri e i Boi continuarono a combattere contro i Romani con alterne vicende, alleandosi con i Cartaginesi durante la spedizione di Annibale in Italia, conclusasi nel 203 A.C. 

Nel 194 A.C. gli Insubri e i Cenomani, sconfitti in una battaglia svoltasi presso Milano dal proconsole Lucio Valerio Flacco, stipularono trattati di pace con i Romani, iniziando così un periodo in cui il processo di progressivo assorbimento della cultura romana da parte dei Celti subì un’accelerazione, grazie sia alla partecipazione di truppe Insubri alle operazioni militari romane, sia ai contatti commerciali con le vicine colonie di Cremona e Piacenza, sia allo stabilirsi a nord del Po di ricche famiglie romane di proprietari terrieri. 

In un villaggio, sito in una zona pianeggiante, nei pressi del fiume Oglio, dove sarebbe sorta la città di Brescia, visse una tribù dei Cenomani dedita all’agricoltura e all’allevamento di bovini e suini. In una notte buia e tenebrosa c’era una famiglia riunita intorno a un grande fuoco. Moglie, marito e due figli maschi piangevano la perdita prematura della terzogenita Ginevra. Era una bambina bellissima di cinque anni, sempre sorridente e allegra nonostante fosse mancata la sua carissima nonna Ciannait, alcuni mesi prima.  

Ginevra adorava passare ore e ore ad ascoltare l’amata nonna che le narrava molte leggende. Le raccontava delle gesta epiche dei lori antenati.  Uomini valorosi che combattevano senza paura contro tutti i nemici. 

Un giorno le raccontò anche dell’epica leggenda del drago Balerion sconfitto dall’impavido Elitovio, fondatore del loro popolo. 

Le narrava che il drago era un essere spaventoso, aveva denti appuntiti e artigli acuminati, ali membranose, un collo e una coda estremamente lunghi e una cresta spinosa che scendeva lungo il dorso. Era un mostro tanto imponente che poteva ingoiare un mammut intero. Il drago Balerion era l’ultimo esemplare esistente ma anche il più potente fra tutti gli esseri viventi sulla terra; distruggeva e divorava qualsiasi cosa incontrasse sulla sua strada. Il suo corpo emanava calore tanto che, nelle notti fredde, dalle membra si levava il vapore. Si serviva del proprio fuoco per arrostire la preda prima di dilaniarla e poi divorarla. Il suo respiro fondeva addirittura la pietra. Infine era dotato di scaglie che lo ricoprivano su tutto il corpo ed erano immuni al fuoco. Ma il coraggioso Elitovio, con l’aiuto della maga Alexina riuscì, dopo estenuanti scontri, a uccidere il drago ma morì anche lui allo stremo delle sue forze. Elitovio si immolò a salvatore del popolo dei Cenomani e di tutta l’umanità. 

Ginevra rimaneva sempre a bocca aperta ad ascoltare la leggenda del drago Balerion e non si stancava mai di farsela raccontare dall’amata nonna Ciannait. 

La piccola aveva gote rosee e lentiggini che le esaltavano ancora di più, capelli ricci e biondissimi e occhioni verdi smeraldo.   Era una bambina piena di vita che rallegrava i fratelli maggiori Adomnan e Camden, il padre Cadogan e la madre Cliona. Soprattutto i genitori erano allietati dalla loro piccola bambina, alla sera, dopo una faticosa giornata passata al pascolo degli animali. Ginevra sapeva cantare come un usignolo, con una vocina molto melodiosa e si divertiva a rallegrare tutta la famiglia facendo i versi del maialino. Alla bambina piaceva tantissimo osservare i suoi fratelli e i loro coetanei quando facevano i giochi dei grandi: la gara al tiro con l’arco, i combattimenti con le spade di legno; oppure quando giocavano agli aliossi utilizzando quattro dadi ricavati da ossicini delle zampe dei montoni. Anche quando giocavano al tiro alla fune; si divertiva a farli arrabbiare quando vedeva che nessuna delle due squadre aveva sopravvento sull’altra e così solleticava uno dei componenti facendoli perdere. La bambina sognava in cuor suo che, non appena sarebbe diventata grande come i suoi fratelli, avrebbe giocato anche lei come loro, pur essendo una femmina. 

Un giorno, Ginevra andò con Adomnan e Camden sulle rive del fiume Oglio a pescare. Quel giorno lei non doveva andarci, perché di solito stava nel villaggio a giocare con le altre bambine; la pesca non era un’attività consona alle femmine, men che meno alle piccine della sua età. Tuttavia la piccola Ginevra decise di andare con i fratelli perché voleva a tutti i costi trovare una cosa preziosa nel basso fondale del fiume.  Mentre Adomnan e Camden erano presi a catturare i pesci, Ginevra camminava nell’acqua con i piedini nudi e guardava fra i sassolini alla ricerca di quello che la nonna narrava in una delle varie leggende: il sasso del Dio Borvo. Una piccola pietra talmente luminosa e dorata che avrebbe fatto luce nel buio della notte, come se fosse una torcia di fuoco. Voleva assolutamente trovarla, perché desiderava fare una sorpresa ai suoi genitori. Alla bambina piaceva tantissimo vedere il sorriso di papà Cadogan e di mamma Cliona; la loro gioia riempiva il suo cuore di immensa felicità. Ginevra posava i piedini delicati sopra le piccole pietre, con molta cautela, come se volesse rispettare la loro posizione sul suolo sommerso dall’acqua. Mentre osservava, a testa bassa i colori dei sassolini esaltati dai raggi del Dio sole Alaunus, vide all’improvviso una figura stilizzata terrificante. Sulla superficie del fiume vide riflessa la sagoma di un uomo che non faceva parte della sua epoca, era vestito in modo singolare e aveva sembianze strane, dei baffetti neri e capelli lisci neri con ciuffo rifinito sulla fronte.

I suoi occhi avevano un’espressione spaventosamente agghiacciante e terrificante. La bambina pensando che fosse il riflesso di una persona dietro di lei si voltò subito, ma vide che non c’era nessuno alle sue spalle. Pertanto osservò i fratelli nell’eventualità avessero visto qualcuno, ma vedendoli indaffarati a pescare tornò a osservare i sassi; ma la figura spaventosa era sempre dinanzi a lei. A un certo punto venne come ipnotizzata dall’immagine maligna; la stessa si spostava allontanandosi dalla riva e così fece anche Ginevra non rendendosi conto che l’acqua arrivò al livello dello stomaco. Improvvisamente giunse una cascata anomala dalla sorgente del fiume che la colpì in pieno, portandosela via. La povera bambina cercò di nuotare muovendo animatamente le braccia ma non riuscì a stare a galla e cominciò a inghiottire acqua a più non posso, finché non perse i sensi e morì soffocata. Quando i fratelli si accorsero della sciagura ormai fu troppo tardi; Ginevra fu trascinata dal fiume lungo il suo bacino. 

Ci vollero parecchi giorni per trovare il povero corpicino. Quando oramai la sua famiglia era rassegnata, fu trovato il cadavere di Ginevra parecchi chilometri più a valle, incagliato fra degli arbusti rimasti sulla riva prosciugata da un periodo di secca. 

La sua salma era davanti al fuoco per essere bruciata. Contrariamente alle tradizioni, il cadavere di Ginevra non venne tumulato bensì cremato come se fosse un soldato. Il sommo sacerdote cominciò a pronunciare le parole di rito in onore della Divinità Lug. Due uomini presero il corpicino della piccola e lo posero fra le fiamme ardenti. Mentre la famiglia intera continuò a piangere, il sommo sacerdote proseguì nella cerimonia funebre: 

<<Fuoco potentissimo e vigoroso, accogli, in onore della Divinità Lug, la nostra piccolissima e fragile Ginevra. Che la sua anima immateriale diventi eterna! Liberala dall’involucro corporeo, per consentirle di raggiungere immediatamente l’aldilà. E che si reincarni un giorno molto lontano, dopo infiniti tramonti e albe per salvare questa terra e un’altra terra parallela che i nostri occhi non riescono a vedere.>>

Ginevra fu predestinata dagli Dei come guardiana dei due mondi.

#carlobianchiorbis

I nostri antenati che hanno vissuto nei secoli Avanti Cristo, molto probabilmente avevano una consapevolezza dell’importanza della natura ben superiore a noi uomini di oggi; nonostante le tecnologie avanzate, anziché migliorarla la stiamo portando alla rovina.

ALL LANGUAGES 👇

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=601864600764141&id=276785086605429

4 commenti

  1. valy71 ha detto:

    È proprio vero che la tecnologia ci sta portando inesorabilmente al regresso, in nome di un presunto progresso.
    Rimpiango la vita di una volta, non mi riferisco a quella immediatamente precedente al Covid, che ci ha desertificati.
    Penso piuttosto ai tempi dei miei genitori, quando ero una bambina, sempre pronta a prendermi cura di tutti o almeno a non creare problemi, un po’ come Ginevra.
    Un saluto 👋

    "Mi piace"

    1. carlobianchiorbis ha detto:

      Grazie di cuore, caspita! veramente grazie per la condivisione artistica. Questi commenti valgono per me più di 100 libri venduti. Tanto è vero che sto intraprendendo questa strada di pubblicare gratis senza la zavorra di essere vincolato a un editore. Accetto ben volentieri anche le critiche comunque nel mio Blog, ci mancherebbe, ovviamente se costruttive…Grazie carissima Valy71…Un salutone anche da parte mia…ciaooooo

      Piace a 1 persona

  2. valy71 ha detto:

    Figurati, è stato un piacere, capisco bene questa problematica dell’editoria, anche io desideravo pubblicare un secondo libro, ma la proposta è stata inaccettabile.
    Alla fine dei conti, mi sono detta, non devo dimostrare niente a nessuno. Scrivo per il piacere di scrivere, certo mi piacerebbe molto che un giorno magari non troppo lontano potesse diventare la mia professione, chissà.
    La lettura dei tuoi articoli è stata molto interessante, li vorrei leggere con calma. Il potere salvifico di Ginevra mi ha ridato speranza. Ciaooo, buona serata

    Piace a 1 persona

    1. carlobianchiorbis ha detto:

      Grazie carissima… I miei racconti / articoli pubblicati rimarranno per sempre nel mio Blog. Vedrai che il racconto Scent of the Sea ti stupirà… Grazie e buona serata anche a te

      "Mi piace"

Lascia un commento

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...