Scent of the Sea – Chapter 12
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POST 11
🔮ANNO 2068 (IL BRUTTO PRESENTIMENTO DI GINEVRA SI AVVERA) 🔮
Il cielo era terso e azzurro sopra le campagne, intorno alla città di Voghera. Quel mattino l’aurora fu di una tipica colorazione rosso vivo, con sfumature giallognole, che con il sorgere del sole da nord-est, assunsero tonalità dorate. Quelle poche nuvole originate dall’umidità notturna, furono delicatamente allontanate da un’aura deliziosa che spirava da levante.
La rugiada notturna sui verdi campi scomparve, per dare posto alla fresca acqua d’irrigazione attinta dal torrente Staffora. Un agricoltore iniziò ad arare i campi destinati alla coltivazione del mais. Decise di preparare in anticipo la terra, per la semina del granoturco, poiché si fidò del suo istinto: il caldo estivo sarebbe arrivato in anticipo. Era un istinto coltivato come i frutti della terra e i semi erano gli anni, i decenni di dura esperienza spesso sofferta e spesso sfacchinata ma che dava al contadino grandissima soddisfazione. Quando sarebbe arrivato l’ultimo dei suoi giorni di vita, poteva ritenersi felice di aver vissuto in simbiosi con la natura, rispettandola e amandola, così come da secoli Dio onnipotente desiderava perché era presente in ogni piccolo granello e goccia dei campi.
Alzando gli occhi verso la volta celeste si distinguevano chiaramente stormi di passeri e rondini. Le margherite gialle e pure sui prati verdi, accoglievano gioiosamente le coccinelle rosse che fluttuavano sinuosamente tra un corolla e l’altra. Ma quel mattino, il vecchietto e la bambina non poterono gustare appieno quella fantastica giornata di primavera. C’era una minaccia proveniente dal cosmo ancora prima che nascesse Xavier e lui non poteva saperlo. Solo una creatura straordinaria come Ginevra, dotata di sesto senso, la cui anima sorse nel quinto secolo Avanti Cristo, poteva avere la percezione. Presentimento di un’anima mandata dal Divino e reincarnata ai giorni presenti, per combattere insieme al vecchietto, con i loro poteri congiunti, mostri da parvenze imbattibili.
Xavier e Ginevra erano seduti sulla poltrona in salotto, con le cuffie Bluetooth poggiate sulla testa, pronti per il contatto telepatico. Ludmilla aveva appena terminato di pulire le tazze della colazione e andò a letto per riposarsi perché stravolta.
🔮Allora piccina, come mai hai detto che il signor Lincoln è una persona cattiva, cosa te lo fa pensare?
🔮Ti assicuro nonno che è una persona malvagia. Se solamente potessi vedere una fotografia che lo ritrae, qualcosa che mi desse la possibilità di scrutare nel suo passato, allora potrei dimostrarlo. L’incontro breve di ieri non è sufficiente, non riesco.
🔮Strano, perché non ci crederai, ma è un americano ex dipendente della NASA. Sua moglie era italiana, proprio di Voghera e quando lei morì, venne a vivere in questo luogo perché gliela faceva ricordare, gli sembrava di averla ancora al suo fianco. Non ebbero figli, proprio come me e la mia povera Sonia. Xavier ebbe un attimo di commozione pensando a sua moglie e Ginevra, per consolarlo, gli diede un bacino sul suo naso bulboso.
🔮Ti manca tanto tua moglie, vero?
🔮Certo piccina, la sogno ogni notte. Sogno sempre il suo ultimo sorriso, prima di morire, fu forte e tenace fino all’ultimo respiro. Mi sorrise teneramente nonostante le sue sofferenze.
Poi venne in mente a Xavier la povera Ludmilla e cercò di riprendersi, di farsi forza per la bambina. Ma questo era l’inconveniente di essere in contatto telepatico, non poté nasconderlo a Ginevra che volse subito il suo pensiero a sua mamma e si rattristò fino a piangere. Il vecchietto le asciugò le lacrime col fazzoletto e per consolarla, le propose ancora di viaggiare indietro nel tempo per farle assaporare il profumo del mare, che gli era piaciuto tanto la prima volta.
Tornò indietro di parecchi anni con la sua mente fino a quando era bambino ed era in colonia al mare di Milano Marittima. A Ginevra le sembrò di essere proprio sulla spiaggia con il piccolo Xavier. Vedeva lui che giocava a fare i castelli di sabbia insieme ai suoi coetanei. Mentre li guardava, respirava a pieni polmoni l’aria salubre e buona che veniva dal mare. Si sentì come in estasi: che bello nonno, che bella sensazione. Poi, a un certo punto, si mise a sogghignare senza fare suoni. Vide il piccolo Xavier e un altro bambino che distrussero a calci i castelli dei loro amichetti e scapparono di corsa inseguiti dagli stessi, molto adirati.
🔮Perché lo avevate fatto nonno?
🔮Perché io e il mio caro amico d’infanzia Carlo Bianchi da piccini eravamo tremendi, non accettavamo che gli altri fossero più bravi di noi e si mise a ridere affettuosamente.
🔮Ma Carlo Bianchi è ancora vivo? Chiese con la mente la bambina.
🔮Certo piccola e anche sua moglie, vivono tuttora in una casa di riposo sul mare in Sicilia. Li sento al telefono di frequente.
🔮Ma so che avevi una sorella, ti manca?
La bambina arrossì leggermente imbarazzata, perché sapeva che a Xavier non piaceva ricordare quel giorno in cui l’uomo tentò il suicidio e lasciò il messaggio d’addio a Veronica.
🔮Sì, amore, certo che mi manca, anche se non ci frequentavano molto. Lei era una fervente religiosa e io diventai decisamente miscredente, soprattutto dopo la morte della mia amata moglie. Ci sentivamo spesso al telefono ma ci frequentavamo pochissimo di persona.
Xavier vide che Ginevra si era ripresa nell’umore, decise di tornare con lei a pensare al signor Lincoln.
🔮Sai piccina che mi è venuta in mente una cosa? Mi ricordo che in un vecchio smartphone devo avere ancora in memoria un video che avevo fatto, quando c’era stata la cena di benvenuto dei nuovi inquilini, avvenuta anni fa. Un tempo si usava organizzare in estate delle cene di accoglienza all’aperto, nel rione. Quell’anno c’erano stati parecchi nuovi inquilini fra cui il signor Lincoln.
Il vecchietto andò a prendere lo smartphone e tornò anche con un personal computer che lo pose sul tavolino di fronte alla poltrona. Una volta avviato il PC, collegò allo stesso, con un vecchio cavo USB lo smartphone e fece partire il video selezionato. Il video riprendeva vari inquilini e quando arrivò a inquadrare Lincoln, venne fermato da Xavier.
🔮Eccoci piccina, ora proviamo a concentrarci su questo fermo immagine del vicino.
Ginevra si raccolse così tanto profondamente che entrò in trance.
🔮Vedi qualcosa piccola?
🔮Vedo lui che parla via radio.
🔮Si, lo vedo anch’io ora e sembrerebbe davanti a un apparecchio sofisticato, molto tecnologico.
Poi entrambi videro Lincoln che si alzò improvvisamente e fece il saluto tipico nazista. Xavier sapeva purtroppo benissimo di che cosa si trattava e con tono basso e preoccupato disse:
<<Se solo riuscissimo a capire con chi sta conversando. >>
E si rese conto che era la prima volta che si mise a parlare a viva voce alla bambina, da quando teneva i contatti telepatici con lei.
Ginevra sorrise lievemente al vecchietto…
🔮Aspetta che provo a concentrarmi ancora di più…si, riesco a percepire un poco quello che dice. Parla di numeri, di nazisti addestrati e pronti per il grande giorno, che attendono solo un suo segnale per agire in contemporanea.
La bambina fece ancora un ultimo sforzo, prima di terminare esausta il contatto telepatico…
🔮Riesco a sentire anche chi sta dall’altra parte via radio.
Dice che non appena mancherà un mese all’atterraggio sulla terra la avvertiremo per tenervi pronti.
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