> CAPITOLO 10 < I LIKE TO KILL

I like to kill – Chapter 10

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Una gigantesca ombra di un nuovo ponte in costruzione, ricopriva tanta acqua, apparentemente limpida, che scorreva sul letto del fiume Ticino in Vigevano. Il sole stava tramontando ad ovest emettendo gli ultimi tiepidi raggi. I sassi sul fondale, coperti da melma verdastra e marrone, apparivano più evidenti nella loro triste contaminazione.

“Per fortuna che questo fiume è considerato il più sano d’Italia” , pensò il tenente Gornati, facendo una smorfia sarcastica. Stava camminando sulla riva del Ticino con molta tranquillità in quanto era arrivato con abbondante anticipo all’appuntamento con la detective Alice Leoni al ristorante “La Barca”. Si guardò tutto intorno e non c’era anima viva a fargli compagnia, eccetto dei piccoli pesciolini che si intravedevano nell’acqua bassa, in prossimità della ripa e qualche piccolo insetto fastidioso che gironzolava intorno alla sua testa. Estrasse dalla tasca interna della giacca un portasigarette in metallo, prelevò una Marlboro e se la pose fra le labbra, dopodiché toccò alla fase più bella per un fumatore: l’accensione della sigaretta. Dal taschino esterno della giacca prese l’accendino Sarome e azionò col pollice la rotellina che, sulla pietrina, scoccò una piccola scintilla dando vita a una lussureggiante fiamma rossa e gialla. Il tenente osservò per pochi secondi la rigogliosa vampata artificiale e riuscì anche a sentire, nella quiete naturale, il suo lieve sibilo che si mescolò con il sottile rumore dell’acqua del fiume. Avvicinò l’accendino alla Marlboro e la punta di carta e tabacco cominciò ad ardere. Il primo tiro, il secondo e il fumo che entrò nei polmoni e poi fuori nello spazio aperto del parco naturale.

“Certo”, pensò il vice capo RIS, “dovrò prima o poi smettere di fumare” e si sentì alla stessa stregua della valle del Ticino: contaminato. E continuò a pensare:

“Con l’unica ma evidente differenza che io mi inquino volutamente l’organismo, mentre il fiume che una volta era azzurro e limpido no!Siamo noi uomini con la nostra condotta scellerata e criminale a inquinarlo. Si, criminale, perché esiste il criminale che uccide direttamente e il criminale che uccide indirettamente e inconsapevolmente e questo forse sarebbe anche più grave!”

Gornati terminò la sigaretta e dopo le sue meste considerazioni non se la sentì di buttare sul suolo il mozzicone. Raccolse un sasso da terra e un pezzetto di carta abbandonato. Spense la cicca sulla pietra e la pose nella carta che arrotolò in una pallina che mise in tasca. Si sentì in quel momento almeno la coscienza un pochino più pulita. Poi camminò ancora per qualche metro fischiettando una musichetta della quale, probabilmente, non era noto nemmeno a lui il titolo, finché giunse davanti a un pezzo di tronco secco proveniente da chissà quale albero sfortunato, squarciato da chissà quale malefica tempesta. Si sedette su di esso quasi con una delicatezza riguardosa, prese lo smartphone dalla tasca della giacca e lesse qualche capitolo del romanzo ebook “Scent of the Sea – I guardiani dei due mondi” dello scrittore Carlo Bianchi Orbis.

Trascorsero parecchi minuti e arrivò l’orario dell’appuntamento con l’affascinante detective. Gornati si accomodò al tavolo del ristorante, prenotato dalla Leoni, alle ore 21:00 precise. La collega arrivò con dieci minuti di ritardo sull’incontro stabilito. Indossava un tubino grigio al ginocchio e il tenente ebbe modo di appurare con piacere che lo portava con grande classe. Dal canto suo, lei fu grata del suo apprezzamento indovinato nello sguardo dell’interlocutore.

<<Ciao Alice, stasera sei meravigliosa>> e la fece accomodare sulla sedia.

<<Grazie caro, troppo gentile.>>

I due colleghi fecero subito amicizia, già dal primo incontro, quando furono convocati in Caserma per l’omicidio Tiraboschi. La serata fu bellissima per entrambi. Gornati fu affascinato, non solo dalla bellezza intramontabile della detective, ma anche per il suo humour sorretto da uno spiccato e apprezzabile intelletto. Mentre la Leoni era molto compiaciuta di essere evidentemente apprezzata dal suo collega, molto più giovane di lei, per queste sue qualità. La piacevole serata terminò molto velocemente con un brindisi di spumante Müller Thurgau. Ma proseguì anche al di fuori dell’esercizio pubblico: i due colleghi si sedettero su una panchina del parchetto di fronte alla piccola darsena. L’aria era buona e fresca e Gornati, nonostante fosse leggermente brillo riuscì a distinguere il sublime profumo alla pesca Chanel che emanava la detective, seduta al suo fianco destro. Gli venne una gran voglia di fumare una sigaretta, ma riuscì a trattenersi rinfrancato dal fatto che sarebbe stato poco nobile deturpare un’atmosfera così piacevole. L’acqua nel porticciolo era molto calma e la luna si rispecchiava su di essa. I due colleghi, nella pacifica quiete, rimasero per alcuni istanti in silenzio a osservare quel piccolo paradiso davanti a loro, finché lei non fece una domanda al tenente:

<<Credi che non abbia capito, Stefano? Ti piacerebbe fare le scarpe al maggiore Longobucco e così diventeresti direttamente il capo.>>

<<Certo cara, soprattutto dopo il fallimento del caso Atropo di Monza, non è stato più lo stesso, ha perso molti punti di merito con i suoi superiori.>>

<<Visto che mi sei molto simpatico, se dovesse emergere qualcosa di interessante nell’indagine dell’omicidio di Tiraboschi, ti prometto che sarai il primo a venirne a conoscenza, così ti prenderai tutti i meriti. >>

Gornati, inebriato dal profumo della donna, dalla sua complicità e dall’effetto alcolico dello spumante Thurgau, posò delicatamente la mano sulla coscia nuda della detective. La collega, senza proferire parola guardò la mano morta del tenente sulla sua gamba, volse il viso verso di lui e osservandolo negli occhi, tolse con decisione la sua mano, lanciandola verso il basso, come se fosse affetta da pestilenza. L’uomo la osservò impacciato.

<<Scusami Alice, non volevo, deve essere stato l’effetto dell’alcool. >>

La donna, sempre senza proferire parola, baciò l’uomo sulla bocca con grande passione, prese con decisione la sua mano e la ripose fra le sue cosce accalorate. Il tenente Stefano Gornati trascorse con lei una delle più belle notti d’amore che avesse mai vissuto.

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