I like to kill – Chapter 23
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Alice Leoni stava dormendo a pancia in giù, con la testa sprofondata nel cuscino, nella suite dell’Hotel Excelsior nella periferia di Vigevano. Qualche ora prima aveva fatto l’amore con il tenente Gornati che invece era sveglio ed era sdraiato supino, al suo fianco, tenendo il palmo delle mani sotto la nuca. Egli guardava fisso il soffitto nella penombra finché, a un certo punto, si alzò dal letto con circospezione, raccolse le mutande dal pavimento e le indossò. Osservando la detective ebbe quasi un sospetto che non respirasse, vista la sua scomoda posizione, ma vide un lieve movimento del lenzuolo che lo rassicurò. Si avvicinò lentamente alla ventiquattrore in pelle Galax Day della donna, sfilò il suo PC portatile e con passo felpato andò nel piccolo salottino. Si sedette sul divanetto, alzò il coperchio e accese il Notebook.
Mentre si stava avviando l’accensione, allungò la mano per afferrare i suoi jeans che aveva lasciato sul bracciolo. Mentre prendeva dalla tasca dei jeans una chiavetta USB pensò a sé stesso che era seduto nella stessa posizione, qualche ora prima e lei, di spalle, con la schiena bianca e qualche lentiggine sparsa sulla pelle morbida, con il nudo sedere sulle sue gambe che muoveva con piccoli movimenti sul suo pene giovane e vigoroso. E sempre lei, di fronte, su e giù con passione che lo osservava con i suoi occhioni verdi e la sua bocca turgida e rossa di puro piacere.
La chiavetta venne infilata nella porta del PC e partì in automatico un programma ruba password. L’uomo digitò sui tasti, dei comandi, e, dopo qualche secondo, riuscì a trovare la password per collegarsi al sistema informatico personale del Notebook. La chiavetta, intanto, avrebbe anche svolto il backup di tutti i dati del PC. Partì ad alto volume la musichetta di avviamento del computer e il detective la disattivò immediatamente.
“Che pirla che sono!” Pensò.
Così mise in standby il Notebook, chiuse il coperchio e lo nascose sotto il divanetto. Si alzò subito per andare a verificare che la donna stesse dormendo. Sempre con circospezione si avvicinò al letto e disse fra sé e sé:
“Sì, sembra proprio morta come prima.”
Così andò di nuovo sul divanetto per guardare abusivamente il computer della collega. Il vice capo RIS non si fidava proprio della detective, voleva assolutamente carpire qualcosa di più che riguardasse il caso dell’Aforista. Qualcosa che riguardasse i sospettati, le loro foto di pedinamento, le loro frequentazioni. E in effetti trovò diversi files che riguardavano soprattutto Massimo Lovetti.
“E brava brava la nostra Leoni, ha proprio il fiuto della brava detective, aveva già intuito che c’era qualcosa di sinistro in quel professore” pensò Gornati.
Il tenente visionò anche gli altri files finché, a un tratto, ne trovò uno con una sigla particolare, criptato ed egli non riuscì ad aprire, era protetto da una password.
“Chissà che cavolo ci sarà di così segreto in questo file. La chiavetta è in grado di rubare la password del PC ma non di decriptare quella di un file. Avrò modo di verificare. Speriamo di riuscire a completare il backup di tutta la memoria del PC.”
E mentre fra sé e sé fece questa considerazione, gli sembrò di aver sentito un rumore provenire dalla camera. Si alzò e, appoggiando una mano sullo stipite, guardò con l’occhio destro verso il letto, senza mostrare il suo corpo. Infatti, Alice Leoni si stava alzando dal letto tutta nuda e lui, in un nanosecondo, andò a prendere il Notebook, lo mise in standby e chiuse il coperchio. Poi mise velocemente il PC di nuovo sotto il divanetto, dopodiché prese il pacchetto di sigarette e l’accendino dai jeans.
<<Dove sei Stefano?>>
E la donna vide del fumo provenire dal vano porta del salotto. Si presentò davanti a lui tutta nuda, nel suo splendore di donna matura e gli disse:
<<Non riesci proprio a fare a meno di fumare neanche di notte, vedo.>>
E mentre lui fumava, seduto sul divano, lei gli si avvicinò lentamente e si mise in ginocchio. L’uomo si tolse le mutande con la mano sinistra, mentre con la destra teneva in mano la sigaretta. Essa chinò il capo sul suo pene e cominciò con un movimento alternativamente lento e veloce, accompagnato dalla mano sinistra di lui sulla sua nuca, per passare poi sui suoi capelli arruffati ma soffici. La donna gli fece una fellatio che durò giusto il tempo della sigaretta consumata, fino a diventare un risicato mozzicone. Fu per lui, una fellatio breve. Breve ma intensa e memorabile.
Arrivò il primo chiarore dell’alba e Gornati si alzò subito, raccolse tutti gli indumenti sparsi in giro e si vestì. Per sua fortuna la detective dormiva profondamente e così poté raccogliere il Notebook da sotto il divano, terminare il backup e rimetterlo nella ventiquattrore della donna. Poi uscì dalla suite per affrontare una nuova giornata, che si prevedeva molto impegnativa.
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