I like to kill – Chapter 27
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Anche se era apparentemente una bella serata di primavera, c’era comunque l’aria alterata dallo smog. La pioggia scesa nei giorni precedenti non fu sufficiente a purificare un cielo ormai sporcato in tanti anni, troppi anni, dall’inquinamento causato da sciagurati umani predecessori. Anche i demoni venuti dal passato erano sempre presenti nelle anime erranti, come nutriti fomentatori di delitti abominevoli.
Salvatore Longobucco era il testimone di un sadico carnefice che non aveva ancora un volto. Tre persone erano state uccise dal serial killer e ne rimaneva una, sicuramente un uomo. E sarebbe stata l’ultima vittima. E non restava, molto probabilmente, ancora molto tempo per scoprire l’assassino, bisognava stringere i tempi nelle indagini e insistere sui pedinamenti dei sospettati, perché l’Aforista sarebbe sparito sicuramente per sempre, impunito.
Ma chi sarà la prossima vittima?
Le vittime del passato erano tutte collegate a un condominio ed erano coetanee, mentre le vittime di oggi sono tutte collegate a una scuola e sono di età differenti. Pertanto potrebbe essere un docente, un parente degli studenti oppure uno studente stesso come successo per Brusa. Oppure, anche il preside Martini potrebbe essere in pericolo, visto che tutelava il professore Tiraboschi perché faceva da insegnante di supporto privato al suo figlio autistico.
“Abbiamo appurato che le vittime avevano un passato oscuro e pertanto anche l’ultima vittima lo avrà. Ma non è possibile identificarla. Non è possibile indagare su tutte le persone che hanno una vita privata losca, perché tenuta segretamente celata. La dimostrazione l’abbiamo avuta con Brusa, simpatizzante nazista. E pertanto ci troviamo a dover smascherare un killer astuto, che conosce le sue vittime, le studia, per poter colpire al momento giusto, nel posto giusto. Insomma, il cerchio delle persone in pericolo è ampio e la vita scolastica deve proseguire, deve necessariamente volgere al termine.”
Pensò il capo RIS e continuò a meditare:
” Sicuramente, la prossima vittima non sarà nessuno dei quattro amici d’infanzia, poiché fortemente tutti sospettati di essere l’Aforista. Ad eccezione del primo delitto di Angelo Tiraboschi, avvenuto nella notte che Don Claudio, Casari, De Santis e Lovetti hanno dichiarato di avere passato quasi tutta a giocare a Risiko, negli altri due omicidi nessuno ha un valido alibi e, guarda a caso, l’ultimo delitto di Gabriele Brusa è avvenuto proprio nella notte di chiusura del locale gestito da De Santis. Proprio il barista che è il sospettato numero uno per la sua liaison d’amour con Caterina Donati. Anche Massimo Lovetti sospettato per averci provato, senza successo, con la vittima Barbara Trevisan, non aveva un alibi di ferro e lo stesso valeva per Mario Casari e il prete Casnaghi, persone alquanto ambigue e imperscrutabili.”
Il capo RIS ebbe la forte convinzione che i quattro amici si fossero messi tutti d’accordo per avere un alibi comune ma, alla prova dei fatti, nessuno dei quattro reggeva veramente. In pratica un po’ come i quattro moschettieri:
“Tutti per uno e uno per tutti”.
E così non davano dei riferimenti precisi per il lineare e celere svolgimento delle indagini. Ad eccezione di Massimo Lovetti che si presentò, dopo il primo interrogatorio, con un suo avvocato di fiducia, gli altri tre sospettati non si avvalsero di un difensore, neanche d’ufficio.
La risoluzione del caso rischiava di non avere un risvolto positivo e purtroppo, come successo in altre situazioni complesse, bisognava sperare in un passo falso del serial killer; e il maggiore Longobucco ci sperò fortemente, soprattutto dopo che il comandante Pastori aveva finalmente ottenuto dal Prefetto il rafforzamento dei pattugliamenti di guardia 24 ore su 24, principalmente in prossimità dei monumenti religiosi da lui indicati nel centro di Vigevano.
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Tutti per uno e uno per tutti…
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Eh sì… ahahahah
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