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<<E siamo così giunti al termine di questo lungo corso. Vi ringrazio per la vostra partecipazione numerosa e prima di augurarvi un grosso in bocca al lupo per i test di selezione finale, che vi permetteranno di entrare nella nostra unità di analisi criminologiche, vi presento il capitano Giulio Brandinoni. Esperto N.A.S. della sede operativa di Milano, vi esporrà la sua interessante relazione sulle nuove sostanze psicoattive.>>
Il maggiore Salvatore Longobucco disse queste sue ultime parole, prima di salutare gli allievi militari dell’Arma seduti nella grande aula, della sede RIS di Parma. Erano presenti 97 persone, miste uomini e donne, provenienti da Roma, Messina, Cagliari, Sassari e anche dall’omonima località parmense.
Marinella Cestari, cadetta della Caserma Salvo d’acquisto di Roma, era seduta in prima fila e aveva uno sguardo molto triste. I suoi occhioni verdi, sovrastati da una lunga frangia a tendina bionda, erano sempre fissi sull’ex capo RIS di Parma. Era triste perché sapeva che non avrebbe più rivisto Longobucco, se non per un caso fortuito. Egli era in veste di consulente istruttore e sarebbe ritornato nella sede di Parma, nella sessione successiva di addestramento nuove reclute, che avrebbe avuto luogo l’anno seguente.
La giovane donna allieva si era perdutamente invaghita del maggiore, già dal primo giorno del corso. Si era subito innamorata di quell’uomo maturo e brizzolato, sempre vestito elegante e casual allo stesso tempo.
Tutti i giorni sempre seduta in quel posto in prima fila, con lo sguardo sempre attento sull’istruttore, ma soprattutto sull’uomo dei suoi sogni più erotici e reconditi.
Longobucco si accorse, già dal primo giorno del corso, che l’interesse della giovane donna andava ben oltre l’addestramento e ricadeva su qualcosa di strettamente personale nei suoi confronti. Dapprima all’uomo non dispiaceva. Oltretutto era rimasto anche lui colpito, più che altro, per la velocità e semplicità di apprendimento di Marinella Cestari che, uniti alla sua fresca bellezza giovanile, la fecero propendere come la sua allieva preferita, di gran lunga superiore anche ai suoi colleghi uomini.
Tanto è vero che, una sera, Longobucco accettò di andare a bere un drink con la giovane allieva in un locale nel centro di Parma. Le luci soffuse e un tavolo appartato fecero da coreografia perfetta al tentativo della donna di portarsi a letto l’uomo dei suoi sogni.
Marinella sapeva benissimo che Longobucco era già seriamente impegnato con un’altra donna e che quest’ultima le aveva dato un figlio. Ma quella situazione anziché dissuaderla dai suoi intenti morbosi, l’invogliava e l’eccittava ancora di più a insistere.
Cosicché, quella sera, essa andò all’attacco e sferrò la più classica delle mosse che una donna potesse adottare: il piedino sotto al tavolo. In un primo momento, il maggiore provò un’eccitazione che lo fecero ripiombare squisitamente a un’età adolescenziale; tanto che non appena Marinella pose il suo morbido piede, avvolto da un leggero collant nero, sulla sua gamba e poi sulla zona del suo pene, egli accarezzò delicatamente le sue dita. Ma poi, rendendosi conto che stava precipitando in una situazione incontrollabile, allontanò delicatamente il piede della donna verso il basso e crollò il capo dicendole:
<<Mi dispiace Marinella, ma non è il caso che tu spreca la tua fresca gioventù con un vecchio come me e oltretutto impegnato e con prole>>.
Gli occhi scuri e seri di Longobucco fissarono lo sguardo imbronciato della giovane allieva, alla quale scesero delle lacrime dai suoi occhioni verdi, fino a bagnarle le labbra carnose. Marinella Cestari si alzò dal tavolo e se ne andò via senza salutarlo. Nei giorni seguenti non cambiò nulla, nel senso che la giovane donna era sempre seduta in prima fila nell’aula magna, non togliendo gli occhi di dosso al maggiore, neanche per un istante.
Mentre Longobucco uscì dall’aula magna sapeva che lo sguardo della sua allieva prediletta lo avrebbe seguito fino alla porta d’uscita.
Il giorno seguente sarebbe partito nel pomeriggio per raggiungere a Lido di Camaiore, la sua Martina e il piccolo Luca. Aveva proprio voglia di andare a respirare aria fresca di mare primaverile, in Versilia. La sua famiglia era già da una settimana in un piccolo appartamento di un Residence sul mare.
Nella tarda mattinata fece la spesa, soprattutto un po’ di scorta alimentare, al supermercato di fiducia nella periferia di Parma, per poi dirigersi in viaggio dai suoi cari.
Il maggiore aveva la strana sensazione di essere pedinato, di essere seguito con lo sguardo da qualcuno e le vennero subito in mente gli occhioni verdi di Marinella Cestari. Pensando a lei fece un sorriso amaro e scrollò il capo. Non appena l’Alfa dell’uomo imboccò l’entrata della Cisa, suonò il cellulare. Venne azionato il comando Bluetooth per rispondere in viva voce:
“Pronto?”
“Buongiorno maggiore, mi scusi il disturbo, sono il colonnello Vignati”.
Prima di rispondere al nuovo capo RIS di Parma, Longobucco rimase per alcuni istanti a pensare quale potesse essere il motivo di quella chiamata.
“Pronto, è in linea, mi sente?” “Sì, buongiorno colonnello, mi dica.”
“La sto chiamando dalla città di Magenta nella provincia di Milano. È stato commesso un brutale omicidio di un giovane ragazzo, l’altro ieri notte. Sul corpo della vittima è stata trovata una foto ritagliata da un quotidiano.”
Il comandante dei RIS fece una pausa di qualche secondo, come se fosse quasi imbarazzato nel continuare a parlare.” Quindi?” chiese il maggiore. Vignati tossì a conferma del suo stato d’impaccio e disse:
“La foto ritrae sicuramente lei, su un articolo di qualche anno fa”. È molto probabile che avremo bisogno di coinvolgerla nell’indagine. So che è ora in vacanza. Al momento le chiedo cortesemente se può rendersi disponibile a delle nostre chiamate di consulenza. Ma è molto probabile che in futuro avremo bisogno della sua presenza in loco, perché questo omicidio ha tutte le caratteristiche di essere stato commesso da un serial killer.”
Longobucco diede al capo RIS la sua totale disponibilità. Lo salutò chiudendo la linea telefonica e fece un’espressione del viso profondamente preoccupata.
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