> CAPITOLO 21 < MAGENTA ROSSO SANGUE

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Stefano Tagliabue stava tornando a casa in piena notte. Si attivò la suoneria del suo cellulare che era in collegamento bluetooth con l’auto.
Guardò il display del cruscotto e disse a sé stesso:
“Lorenza? Ma che caspita vuole sta rompicoglioni a quest’ora?”

<<Ciao, che c’è?
<<Ciao, dove sei? Non sarai mica ancora dai tuoi amici a Vigevano a giocare a poker>>
<<No, sono sulla strada per Robecco, sto arrivando!>>
<<Sono le tre di notte e Alessandra non è ancora tornata a casa. Sia il suo cellulare che quello di Simona risultano irraggiungibili, sono molto preoccupata!>>

“Saranno da qualche parte a fare le porche e avranno messo
sicuramente l’apparecchio in modalità aereo, per non essere disturbate!”, pensò l’uomo.

<<Allora?>>
<<Allora che cosa Lorenza? Fra poco arrivo dai, avranno messo, come al solito, i loro cellulari in modalità aereo per non essere disturbate, proprio da te.>>
<<Sì, può essere ma è molto tardi!>>

A pochi chilometri dall’auto di Stefano Tagliabue, in una strada buia, nella periferia industriale di Magenta, c’era la tragica risposta ai quesiti tormentosi di Lorenza.

Gli uomini del SIS di Milano stavano facendo i rilievi nell’auto e sul corpo intatto della vittima, ad eccezione del viso e il cervello fracassati con un evidente colpo d’accetta. Erano giunti sul posto anche il Comandante della Caserma dei Carabinieri Trezzi e il sottoposto Pizzamiglio, che assistevano al lavoro tempestivo della squadra dei tecnici. Avevano già appurato che Alessandra era la cugina della prima vittima Alberto, nonché nipote di Giacomo Tagliabue e figlia di Stefano Tagliabue.

<<Simona Recalcati, che è stata soccorsa dalla nostra pattuglia, ha detto che il killer indossava una maschera, del tipo dei cartoni animati ma non si ricordava quale fosse.>>
<<Sarà stata la maschera di Shrek?>>, chiese il Capitano al Maresciallo.
<<Sembrerebbe proprio di no, perché non ha detto che fosse verde ma che aveva la faccia grossa di un uomo arrabbiato e una sorta di capellino rosso in testa.>>

<<Aspetta, aspetta un attimo…>>

Trezzi prese in mano il suo smartphone dalla tasca e fece una verifica su internet.
<<Guarda. Mi sa che è questo!>>
Fece vedere una foto al Maresciallo che disse:
<<Lord Farquaad? Può essere. È un altro personaggio dei film cartoon Shrek.>>

<< Chissà se i genitori della vittima sanno che la loro figlia è omosessuale. Incredibile! Trovata uccisa con il dildo rimasto infilato nella sua vulva. Erano appartate lei e la Recalcati e l’assassino ha approfittato proprio del momento propizio in cui erano più vulnerabili. Ora, la donna che è scampata all’omicida è stata ricoverata in totale stato di shock>>, affermò Trezzi.

<<Eh sì Capitano, ci vorrà parecchio tempo ora che la ragazza si riprenda. Mi dica quando posso andare a dare la tragica notizia ai genitori.>>

Il comandante guardò il suo orologio e disse:
<<Direi che fra mezz’oretta puoi andare da loro con la pattuglia. Non facciamoli soffrire ulteriormente per niente, perché saranno sicuramente molto in apprensione per non vederla tornare a casa.>>

In casa Tagliabue la preoccupazione era altissima e Lorenza, non appena arrivò in casa il marito, litigò con lui: la donna
voleva telefonare ai carabinieri, mentre Stefano diceva di aspettare ancora un po’. Finché non suonò il citofono mentre il padrone di casa si stava versando del Whisky nel bicchiere. Rispose la moglie e aprì il cancelletto d’ingresso, poi si voltò verso il marito e si coprì il viso piagnucolando leggermente. Non appena Lorenza aprì la porta d’ingresso dell’appartamento, dopo pochi istanti che i carabinieri le parlarono, svenne e cadde in terra, contemporaneamente al bicchiere pieno di whisky, scivolato dalle mani di Tagliabue, perché, sconvolto, aveva intuito la tragica notizia.

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