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Gli esaminatori stavano attendendo Fabrizio Tagliabue da alcuni minuti. Lo studente era andato in bagno per un’improvvisa indisposizione allo stomaco, a causa della forte emozione di dover affrontare gli orali di maturità.
La sedia era vuota al centro e i professori erano seduti, sparsi e distanziati intorno, con al viso la mascherina protettiva.
<<Mi scusi professor Brandinoni, potrebbe cortesemente andare alla toilette a verificare che Tagliabue stia bene?>>
<<Certo presidente, vado subito a vedere.
>>
Nel frattempo stava uscendo dalla scuola “Luigi Einaudi” di Magenta un uomo con la barba folta rossa e i capelli medi mossi, sempre di colore rosso.
Portava un grosso zainetto in spalla e fischiettava. Passò attraverso il cancello aperto e uscì, sorridendo a un uomo molto alto e robusto che indossava jeans chiari attillati e una t-shirt nera firmata “Boxeur de Rues”. Era anche molto muscoloso, stava in piedi appoggiato a un’auto sportiva e non contraccambiò il sorriso all’uomo barbuto, bensì lo guardò con ostilità.
La commissione esaminatrice sentì un fortissimo urlo di disperazione. Il presidente uscì dall’aula e sentì ancora delle urla provenire dai bagni e così corse immediatamente verso gli stessi. Entrò nella toilette degli uomini e vide subito alla sua sinistra Brandinoni che vomitava nel lavandino e dritto di fronte a lui la scena si presentò raccapricciante: c’era lo studente seduto in terra con la schiena appoggiata al muro; gli occhi spalancati e tutto il cranio frontale tranciato in due. Brandelli di sangue e cervello sparsi intorno alla povera vittima. Sul pavimento, fra il professore Brandinoni e il cadavere, il Presidente vide una maschera di asino che, sporca di sangue, sembrava appena mozzata da un animale equido realmente vivo.
Spuntava dalla bocca dello studente senza più vita, una busta bianca sporca di rosso organico, arrotolata. Accorse nella toilette, dopo alcuni secondi, anche l’uomo palestrato con la maglia “Boxeur de Rues”, che aveva anche lui sentito le urla fin dalla strada. Ma arrivò troppo tardi, in aiuto del suo cliente che doveva proteggere.
L’uomo dai cappelli rossi e la barba si era già allontanato di alcune centinaia di metri recandosi in una zona isolata. Gettò barba e capelli finti in un cestino dei rifiuti dopo aver verificato che non arrivasse qualcuno. Aveva anche già appurato che non ci fossero telecamere di videosorveglianza.
Una quindicina di minuti prima… :
L’assassino era in bagno e conosceva l’orario in cui la vittima avrebbe fatto l’esame. Era anche al corrente che Fabrizio Tagliabue soffriva di forte emotività che causava in lui malessere allo stomaco. Pertanto, o prima o dopo l’esame sarebbe andato sicuramente in bagno. Arrivò prima e il killer lo attendeva chiuso in una cabina. Munito di un piccolo endoscopio appoggiato sopra la porta, che puntava sull’ingresso del bagno e collegato al suo smartphone, ebbe la certezza di constatare che la preda fosse Tagliabue. Attese che entrasse anch’egli nella cabina e così indossò la maschera di Ciuchino e uscì ad attenderlo con l’accetta nelle mani.
Il giovane aprì la porta e neanche il tempo di uscire dalla cabina, vide una lama che, in una frazione di secondo, la sentì conficcarsi sul suo capo. Il dolore lancinante, in un frammento di secondo, si vide nel suo volto. E subito seguì la morte immediata, prima che Fabrizio potesse urlare per un male mai provato nella sua vita. Il killer, dopo aver adagiato il morto, seduto sul pavimento con la schiena appoggiata al muro, infilò una busta bianca arrotolata nella bocca inerme. Gettò la maschera sul pavimento, si osservò allo specchio sistemandosi la barba e la parrucca che aveva già indossato sotto.
Poi se ne andò via con tutta calma con lo zaino in spalla.
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How gruesome. I hope they catch Fabrizio’s killer very soon.
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🤣🤣🤣
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