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<<Vado sul terrazzo a fumare, amore, tu aspettami a letto che arrivo.>>
<<Non mi piace affatto Federico che da quando sei diventato papà, ti sia messo a fumare.>>
Nel frattempo, su un altro terrazzo nel centro di Monza, c’era una figura nella semioscurità che stava posizionando un drone che aveva le sembianze di un grosso insetto, una grande farfalla notturna.
Delle mani ricoperte da guanti di pelle nera azionavano lo stick del pitch di un radiocomando, in avanti, e il drone partì, prendendo il volo. Volteggiò nel buio e, pian piano, si avvicinò al terrazzo dove Federico Bond stava fumando, appoggiato con i gomiti al parapetto.
Dallo schermo inserito nel radiocomando del drone, era possibile vedere Monza dall’alto grazie alla piccola telecamera montata sullo stesso: il suo obiettivo a infrarossi bucava l’oscurità senza problemi. Mentre il drone procedeva lungo il suo tragitto volando sopra i tetti delle case, Federico stava pensando fra una boccata di sigaretta e l’altra:
“Stasera c’è decisamente l’aria più asciutta di ieri sera. Magari in questa notte potrebbero essere concepiti degli esseri umani, per errore o per amore. Essere umani concepiti che, a loro volta, dopo altri due, tre, quattro decenni, potrebbero concepire per errore o per amore. Cicli di generazioni viventi o sopravviventi in un mondo che non è mai stato sufficiente e soddisfacente per tutti e che mai lo sarà. Probabilmente, per questo motivo, il Dio creatore si è sempre dilettato a piazzare e togliere dal mondo persone con uno spietato gioco di roulette della fortuna, senza distinzione di età, sesso, stato sociale, colore della pelle. Il tutto per un suo disegno che dovrebbe avere uno scopo, un progetto misterioso. Mah…ma che caspita è quella roba?”
Il drone, passando sopra la testa di Federico, fece un giro circolare sopra il terrazzo e poi atterrò sopra il pavimento dello stesso.
<<Non ci posso credere ai miei occhi, ma è il drone-insetto che usava mio padre come messaggero alla Caserma dei Carabinieri e quindi?! … >>, disse a bassa voce Federico che, già conoscendo la composizione dell’apparecchio volante, infilò le dita in una tasca dello stesso ed estrasse una chiavetta USB. Poi entrò subito in casa e andò nello studio. In pochissimi secondi la chiavetta era infilata nel PC sulla scrivania, venne aperta la cartella e un file video.
L’uomo si sedette sulla sedia e mentre il suo viso pieno di stupore, venne illuminato dallo schermo del computer, si sentì una voce:
“Ciao caro figlio…”
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