ALL LANGUAGES 👇



“Ciao caro Federico. Ho saputo che vesti ancora i panni di Atropo. Hai difeso un vagabondo dalle angherie di giovani teppisti. Stai ben attento però di non imbatterti in situazioni che riguardano la droga e la prostituzione di Monza perché, sicuramente, la cosca dei Benetti ci avrà già messo sopra le mani. Prima di fuggire dall’Italia, ho fatto un patto con il boss Carmelo che non mi sarei più intromesso nei suoi loschi affari e l’ho ricompensato profumatamente per il danno, da me causato, che ha portato alla perdita di un carico di droga a Genova…”
Bond interruppe il video e pensò alla notte passata, con sguardo preoccupato, nel vuoto della stanza:
– Allora? Me lo vuoi dire o no chi è il tuo capo?…
Carmelo Benetti. –
Poi riattivò la riproduzione…
Andrey Bykov aveva sempre l’aspetto del video precedente:
barba folta grigia e capelli cortissimi a spazzola. Stava sempre assiso su una sedia, in una stanza illuminata dalla tenue luce di una vecchia lampada a stelo.
“Comunque sia, tu sei sangue del mio sangue e quindi, è inevitabilmente, più forte di te resistere all’istinto di combattere contro i soprusi e le ingiustizie.
Qui è dura, molto dura, il tempo non passa e mi ritrovo fra due fuochi nemici in cui non mi riconosco. Ho ufficialmente appena disertato dall’incarico di spia al servizio dell’SVR russo. Capirai poi perché.
Ed essendo qui a Mariupol, risulto essere un avversario del popolo ucraino.
Oggi ho proprio voglia di parlarti di tua madre Elisabetta prima di raccontarti della donna che ho conosciuto in questa terra: Agata.
Erano gli anni ottanta ed ero giovane. Esercitando l’attività segreta in Italia per il KGB del mio paese, la vidi per la prima volta nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Risultavo sotto la copertura di studente delle belle arti e stavo sorvegliando un professore americano. Proprio mentre spiavo le mosse del nemico, venni distratto da una splendida creatura, una studentessa inglese che stava leggendo un libro sull’iconografia della prima guerra mondiale. Il colpo di fulmine fu veemente, si creò una perfetta simbiosi di passione culturale e attrazione sessuale con lei.
Elisabetta era bellissima: capelli castani raccolti dietro con la coda, occhi azzurri e bocca con labbra sottili e ben delineate con rossetto rosa; in poche parole: molto raffinata ed elegante. Era per me impossibile rimanere distaccato. Rimanere indifferente a una visione così soave e leggiadra. Lei era appunto una studentessa, delle belle arti come me e frequentava con assiduità la biblioteca, sempre in compagnia di altri ragazzi.
All’inizio, il mio corteggiamento era piuttosto cauto perché la presenza di altri uomini al suo fianco poteva, non solo dar luogo a spiacevoli inconvenienti ma, ancor peggio, intralciare il mio incarico di controspionaggio. Tuttavia, quando scoprii che Elisabetta era libera da legami, passai decisamente all’attacco. La pedinai – e devo dire che mi vergogno ancora adesso per questo- ma ne valse la pena. Scoprii che alloggiava a Fiesole e così mi fresferii anch’io a dormire in quel paese incantevole, sulle colline sopra Firenze. A pochi chilometri dal capoluogo toscano. Andavo a fare colazione in una piazzetta dalla quale si vedeva un incantevole panorama. Si ammirava tutto il centro storico di Firenze in tutta la sua infinita bellezza. La luce diurna del sole illuminava il Duomo e alla sera, i colori del tramonto ricchi di sfumature rosse e blu, lo facevano apparire favoloso tanto da farmi ricordare il Terem moscovita.
Una sera, frequentando la stessa locanda in cui c’era Elisabetta, avvenne finalmente il sospirato incontro, l’occasione di contatto.
Si era fatto tardi e nella taverna di gente, a quell’ora, ce n’era poca. Era rimasta giusto la compagnia di tua madre e io. L’oste ci disse chiaramente che doveva chiudere e pertanto i tre ragazzi ed Elisabetta uscirono. Li seguii anch’io ed eravamo sulla strada.
Loro si diressero poi verso una piazzola illuminata e non smisi di andare dietro loro, perché ero convinto che quella era la volta buona per parlare con lei.
Un ragazzo tirò fuori dalla tasca un’armonica a bocca. Era molto buffo e simpatico per la sua piccola statura e suoi capelli folti e ricci. Aveva il viso molto arrossato perché aveva evidentemente bevuto parecchio. Ma anche gli altri due non erano da meno.
Le note dello strumento musicale cominciarono. Io stavo a qualche metro da loro, appoggiato al muro e mi accesi una sigaretta. Sorridevo e con grande gioia notai che tua madre mi guardava con interesse e sorrideva pure lei. Alternava sguardi verso l’improvvisato amico musicista e verso di me.
– Ogni favola è un gioco
Che si fa con il tempo
Ed è vera soltanto a metà
La puoi vivere tutta
In un solo momento
è una favola, e non è realtà…-
Gli altri due ragazzi cantavano all’unisono ma non Elisabetta perché lei non conosceva il motivetto. Appresi poi da lei che la canzone era di una grande cantautore, ovviamente italiano: Edoardo Bennato.
-…Ogni favola è un gioco
Che finisce se senti
Tutti vissero felici e contenti
Forse esiste da sempre
Non importa l’età
Perché è vera soltanto a metà…-
C’era un’atmosfera magica: la musica, l’aria fresca e leggera, le luci di Firenze da lontano e mi sembrava di sentire un intenso profumo di fiori, non appena spensi la bionda. Poi, a un certo punto, la musica si interruppe e vidi che il ragazzo buffo cadde a terra come un sacco di patate.
– Che ti succede Alfredo! -, disse Elisabetta ad alta voce e con un certo turbamento.
Io accorsi subito da loro constatando che il ragazzo era svenuto perché aveva bevuto troppo e così, affinché non entrasse in coma etilico, lo feci vomitare. Da quel momento cominciò la mia appassionata storia d’amore con tua madre…”
Il filmato terminò e Federico Bond ci rimase male perché voleva sapere subito riguardo il seguito della romantica storia d’amore dei suoi genitori.
E poi non c’erano stati i saluti di suo padre, a conclusione, come era avvenuto nel video precedente.
Ma evidentemente c’era stato qualche intoppo che lo aveva fatto terminare improvvisamente.
La chiavetta USB doveva essere subito distrutta.
ALL LANGUAGES 👇