CAPITOLO 15 – BLOODY FACEBOOK…LE ORIGINI

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Federico Bond, mentre si stava infilando le cuffie in-ear nei padiglioni auricolari, pensò a chissà quanto tempo sarebbe riuscito a tenere nascosto a Rebeca, che suo padre era ancora vivo e costantemente in contatto con lui. Allo stesso tempo, temeva in cuor suo che Andrey Bykov non potesse resistere in quel luogo maledetto ancora per molto, soprattutto nel bel mezzo di due fazioni in guerra. Uno stato, quello russo in cui non si riconosceva più e quello ucraino che non lo avrebbe di certo accolto a braccia aperte, essendo un ex spia del SVR.
Partì il filmato archiviato nella solita chiavetta USB:

“Ciao Federico, l’ultimo video messaggio l’ho dovuto bloccare improvvisamente perché c’è stato un allarme di un attacco russo che poi, fortunatamente, è rientrato. Prima di raccontarti il seguito della mia storia d’amore con tua madre, ti metto un po’ al corrente della situazione qui a Mariupol.

Il mio uomo fidato fa parte di un gruppo Telegram ucraino, dove si ritrovano coloro che hanno perso i propri cari a Mariupol, gli oltre ventisei mila utenti hanno un obiettivo: garantire che le migliaia di persone morte durante l’assalto russo a questa città portuale abbiano una degna sepoltura o almeno, in molti casi, trovare i loro resti.
La quantità di cadaveri a Mariupol lascia senza parole. Petro Andrjuščenko, consigliere del sindaco della città ucraina, stima che siano almeno ventidue mila i morti nei due mesi di combattimenti. Ma una delle tante persone che coordinano le sepolture in città, e che ha preferito restare anonima, ritiene che il numero totale sia più vicino ai cinquantamila.
Alcuni dei partecipanti del gruppo Telegram hanno trovato i corpi dei loro cari e stanno affrontando il caotico processo di riconoscimento e sepoltura. Altri passano le giornate a navigare nei gruppi dei social network alla ricerca di notizie e temono di non trovarne. Altri ancora postano foto, filmati di lapidi ed elenchi di morti scritti a mano da autori sconosciuti, che a volte indicano anche i luoghi di sepoltura. Alcune persone che sono state in città hanno raccontato che, con l’avvicinarsi dell’estate e l’aumento delle temperature, un odore di cadavere invade molte strade.
Ci sono corpi ancora intrappolati sotto le macerie o negli appartamenti, oppure sepolti in fosse comuni improvvisate poco profonde, molte delle quali sono indicate male o addirittura non segnalate affatto. Altri cadaveri sono stati lasciati per strada, mentre alcuni corpi potrebbero essersi disintegrati sul colpo, se raggiunti da colpi di artiglieria pesante, o carbonizzati nei numerosi incendi scoppiati in città.

Le morti sono elencate in un foglio di calcolo creato e aggiornato dai membri del gruppo Telegram e che per ora conta oltre 1.200 persone. Il documento include informazioni su come sono state uccise e spesso sul luogo in cui dovrebbero trovarsi i loro corpi. La sezione relativa alle cause di morte inserita nel foglio di calcolo è la testimonianza degli orrori subiti dalla popolazione civile assediata: morte per fame, mancanza di medicine e di cure mediche, infarto, covid-19 e ictus. Morti quando il loro appartamento è stato bombardato, colpiti mentre cercavano di procurarsi l’acqua, morti mentre spegnevano un incendio, morti per congelamento, morti per fucilazione e morti per ferite da schegge.
Mentre i bombardamenti rendevano gli spostamenti impossibili, i cortili tra i condomini hanno iniziato a riempirsi di tombe di fortuna.
La battaglia per Mariupol è stata combattuta su una città densamente popolata, di circa quattrocentomila abitanti. L’esercito ucraino ha inviato granate e missili e la risposta dell’esercito russo si è abbattuta sulle aree residenziali, dicono i residenti. Le persone vogliono sapere perché non sono state tratte in salvo e perché la popolazione civile è diventata ostaggio di una guerra che secondo il loro sindaco – fuggito il 27 febbraio – non avrebbe mai raggiunto la città.
Mentre i combattimenti serrati rendevano gli spostamenti quasi impossibili, i cortili tra i condomini hanno cominciato a riempirsi appunto di tombe di fortuna scavate dai residenti durante i bombardamenti. Alcune delle lapidi sono state realizzate a mano, altre sono state fornite agli abitanti dai servizi di emergenza, che le hanno prese da un’impresa di pompe funebri locale. A volte non è stato possibile realizzare neppure tombe di fortuna. Su una foto condivisa nel gruppo Telegram compaiono scarabocchiati sulla porta di un appartamento il nome e la data di morte della persona che viveva all’interno, presumibilmente. È stato un vicino che voleva lasciare una traccia per chi sarebbe poi venuto a recuperare il corpo.
Una donna, che ha lasciato Mariupol per la Russia da adulta molti anni fa, dice di aver scoperto su Telegram che suo padre era morto nel suo appartamento a fine marzo tramite i suoi ex compagni di classe. Il vicino di casa di suo padre le ha detto di averlo avvolto in una coperta, di averlo portato fuori con una carriola e di averlo lasciato accanto al loro edificio. Non hanno seppellito suo padre perché era troppo pericoloso. Forse alcuni servizi di emergenza hanno preso il corpo più tardi perché ha cominciato a fare caldo e i cani affamati erano dappertutto. Ha fatto domanda all’agenzia comunale, istituita per identificare i corpi e rilasciare i certificati di decesso. Le hanno risposto che suo padre non era nella lista dei corpi identificati e le hanno chiesto di venire a Mariupol per fornire un campione di DNA. Dalla loro lettera, sembra che il suo corpo non sarà mai identificato.
Le nuove autorità affermano che il processo di sepoltura e identificazione è in corso e che ogni corpo sarà sepolto separatamente, in modo dignitoso. Ma i post su Telegram delle persone che seppelliscono i loro morti mostrano che questo processo è pieno di problemi. Da quando la Russia ha dichiarato la vittoria in aprile, Mariupol è passata sotto il controllo dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, un’autorità governata per procura, creata per amministrare l’omonima regione nell’Ucraina orientale occupata nel 2014.
I filmati girati dai canali televisivi dell’autorità di Donetsk mostrano gli operatori dei servizi d’emergenza che dissotterrano i corpi dalle tombe improvvisate e recuperano i corpi dalle macerie. Dicono che stanno facendo il giro della città per disseppellire o riseppellire tutti i corpi. Le autorità hanno invitato pubblicamente i parenti a riesumare i corpi da soli, anche senza supervisione. I corpi vengono portati nell’unico obitorio di Mariupol ancora in funzione, l’obitorio Metro, per essere esaminati e registrati, quando lo stato di decomposizione non è troppo avanzato o se vengono trovati documenti d’identità nei vestiti.
Le foto dell’obitorio Metro scattate da un giornalista di Mariupol, Vyacheslav Tverdokhleb, mostrano mucchi di corpi ammassati in un cortile, accanto a persone che indossano mascherine. Una donna ha detto che si fa la fila per ottenere il certificato di morte nel cortile e ci sono solo mucchi di corpi. Lei ha lasciato Mariupol alla fine di marzo ma è tornata per due settimane a maggio per seppellire un suo caro amico per conto dei suoi parenti. Se i corpi non vengono reclamati o identificati per due settimane, le autorità li seppelliranno in tombe contrassegnate da numeri, si legge in alcuni post su Telegram scritti da un rappresentante di Ritual, l’unica impresa di pompe funebri ancora attiva in città.
Visto che centinaia di migliaia di persone hanno lasciato la città e non possono tornare, in molti cercano di ricorrere ai servizi di Ritual da remoto. L’azienda, statalizzata dall’autorità separatista di Donetsk, offre un servizio a pagamento per disseppellire o recuperare una salma, se si conosce il luogo in cui si trova, e seppellirla. In questo modo, come ha scritto uno dei rappresentanti di Ritual in un post sul suo canale Telegram, i parenti possono evitare che il corpo del loro caro si perda nel caos burocratico dell’obitorio Metro, oppure, peggio ancora, che finisca in una fossa comune.
Se il Dna non sarà raccolto, migliaia di corpi non verranno identificati. E così la verità di quanto avvenuto a Mariupol non sarà mai nota.
Ma non tutti i corpi che dovrebbero comparire nel database risultano registrati. A marzo il marito di un’altra donna è morto e il figlio è stato gravemente ferito da un razzo che ha colpito il loro appartamento. Lei ha deciso che la sua unica possibilità era portare il figlio da un medico e ha lasciato il marito vicino all’ingresso del loro edificio. Oggi non riesce a trovare il suo corpo e non sa se sia stato sepolto. Ma, racconta, i suoi documenti erano accanto a lui nella tasca della giacca e presume che molto probabilmente d’ora in poi diventerà un disperso e che ha raccontato che tutti i vicini sono fuggiti perché il loro condominio stava bruciando, insieme ad altri cinque palazzi intorno a loro.

Le autorità di Donetsk sostengono che i parenti possono fornire campioni di DNA per l’identificazione, il che in teoria indicherebbe che stanno raccogliendo campioni dai corpi. Ma una persona che coordina le sepolture ha detto di non aver sentito parlare di una simile pratica o della creazione di una banca dati per il materiale genetico. Se i campioni di DNA non saranno raccolti, migliaia di corpi potrebbero non essere mai identificati. E così la portata di ciò che è accaduto a Mariupol e la verità non saranno appunto mai note.
Le autorità ucraine accusano la Russia di usare le fosse comuni per coprire i propri crimini. Dovrebbero far entrare la Croce rossa per supervisionare i procedimenti di identificazione, raccogliere campioni di DNA e creare un database che andrebbe poi consegnato all’Ucraina.

Andrey Bykov si prese finalmente un attimo di pausa e abbassò la testa verso il pavimento come se volesse nascondere il suo stato d’animo affranto, una debolezza emotiva. Poi ricominciò il racconto che aveva interrotto la volta precedente…

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