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E giunse il mattino e un pettirosso aprì i piccoli occhi, vedendo intorno a sé altri pettirossi sui rami degli alberi. E così tutti quanti i pettirossi spiccarono il volo.
Era il lieto sole che dava ai piccoli volatili ragione di vita e riscaldava tutti i loro cuori senza pretendere nulla. Grazie al sole si risvegliava il seme nella terra fredda e rinnovava la speranza di una vita migliore.
I pettirossi cinguettavano come una loro gratitudine di esistenza al sole e anche di rinnovamento, ogni giorno, di tanta ammirazione.
Carmelo Benetti stava accompagnando il nipote Samuel all’interno della Stazione Centrale di Milano. Osservava intorno a sé con sguardo schifato e pensava:
“Sti cazzi di pulitici sò tutti uguali, sì sò di destra piuttostu chè di manca, o di u centru di merda. Chista è la democrazzia! Vaffanculo! In tempu di i mo genitori, cù u fascismu, ùn si vedevanu micca sti merda di negri! Ma puru bianchi, olivi. Tutti puzzichi e sporchi ca bivacanu sporchi in ogni locu. Tutti a fari carità, senza spiranza pirchì a sta merda di Statu fa beni, ogni vota, pi l’elezzioni. Sapissi comu fari, cci darii du’ scansioni: o travagghi pi mia o mori, o almeno manciari a li porci”.
<<Che c’è ziu?”, chiese Samuel.
<<Nulla!>>
<<Semu arrivati a la pista di partenza, ti preoccupa u mo viaghju in quella merda di Ucraina?>>
<<No, niputi caru, no.>>
Rispose Carmelo sorridendo e disse:
<<Ora, in Italia, ti prumettu ca pigghiamu sta puttana di Andrea. Sò cunvintu ch’ella ci porterà à truvà quellu pezzu di merda di Atropo, chì hè quellu bastardu russu Andrey Bykov. U nostru omu è bona puntu. Sta stronza la faremu cantari comu una cagna in calore.>>
Frattanto, Federico Bond era alla guida della sua auto in compagnia di Rebeca, seduta alla sua destra e i figli dietro opportunamente accomodati sugli appositi seggiolini.
<<Finalmente, amore mio, una bella gita di un giorno, spensierata, tutti insieme appassionatamente. Ci voleva no?>>, disse la brasiliana.
<<E ci voleva sì, mia cara>>, rispose il figlio di Bykov, contraccambiando il sorriso della sua compagna e accarezzandole la nuda coscia con la mano destra. E disse:
<<Vedrai che ti piacerà molto dove stiamo andando: a Sesto Calende. È un posto con bella gente e tranquillo. C’è un piccolo parco giochi per i nostri piccoli e spazi per fare un bel picnic tutti quanti in santa pace. Inoltre una bella passeggiata lungo il fiume Ticino che scorre placidamente.>>
<<Sei stato molto carino a regalare una lunga vacanza al tuo amico Gabriele e il suo compagno. Se la meritava proprio.>>
<<Se la meritava proprio, hai ragione Rebeca. Adesso, però, sto cercando con urgenza un collaboratore temporaneo in sua sostituzione, perché non sono in grado di svolgere in modo adeguato il suo lavoro. Lui è il numero uno nel suo campo>>, disse Federico tenendo la sua mano sulla coscia di lei e avvicinandola verso il suo pube.
Rebeca gli sorrise dicendogli:
<<Sei proprio un porco Fede.>>
L’uomo fece il verso del maiale e i bambini scoppiarono in una fragorosa risata coinvolgendo anche i genitori.
Venne sera e in un appartamento nel centro di Monza c’era un uomo vestito con abito nero, con i capelli lunghi neri raccolti a coda di cavallo.
Era seduto e si stava riprendendo con una piccola telecamera.
<<Ciao padre, dalle mie intercettazioni paraboliche e pedinamenti, ho rilevato che i Benetti stanno quasi arrivando a scovare dove si è nascosta la prostituta Andrea e pertanto c’è il forte rischio che arrivino a Federico. Il problema è che i malavitosi sono convinti che tu sia Atropo. Pertanto tuo figlio sarà in forte pericolo. Darò alla tua persona di fiducia a Mariupol, il piano della tua fuga scritto su questo foglio. Dobbiamo affrettarci perché, dopo quasi tre mesi dall’inizio dell’invasione dei nostri connazionali, si è di fatto conclusa in questi giorni, la battaglia per la conquista di Mariupol, porto strategico sul mar d’Azov, nel sud-est dell’Ucraina. La fine della battaglia è arrivata con l’evacuazione di più di 200 soldati ucraini dall’acciaieria Azovstal, l’ultimo luogo della città in cui era rimasto una piccola parte dell’esercito ucraino a combattere e a resistere contro i russi.
Anche se l’Ucraina non l’ha ammesso apertamente, si può dire che l’evacuazione dell’acciaieria sia stata a tutti gli effetti una resa dell’esercito ucraino, impossibilitato a resistere ancora dopo mesi di combattimenti. Non si sa con certezza quanti soldati ucraini siano ancora nell’Azovstal, e ci sono dubbi sulla sorte che avranno quelli evacuati. Il ministero della Difesa russo ha detto che si sarebbero arresi altri 694 soldati presenti nell’acciaieria: non ci sono state conferme da parte delle autorità ucraine e le cifre comunicate sembrano in contrasto con quelle che erano state fornite nei giorni scorsi, che erano decisamente più basse.>>
L’uomo, dopo aver indicato il foglio alla telecamera, fermò la registrazione. Poi mise la chiavetta USB contenente il file del video e il foglio in una busta. La sigillò e ci scrisse sopra destinatario Andrey Bykov e mittente Adrian.
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