EPILOGO – BLOODY FACEBOOK…LE ORIGINI

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EPILOGO

Federico Bond aveva la mente annebbiata, gli occhi socchiusi e non riusciva a svegliarsi. A un certo punto non respirava perché aveva la sensazione di avere l’acqua nei polmoni e di conseguenza ansimava terrorizzato.
Gli sembrò di ricordare che lo avevano messo sdraiato su un’asse inclinata e legato alla stessa con braccia e gambe bloccate affinché non potesse assolutamente muoversi. Si trovava con i piedi in alto e la testa in basso. Qualcuno gli aveva anche coperto la faccia con un tessuto imbevuto zeppo d’acqua.
“Ed è per questo allora che ho l’acqua nei polmoni e non riesco a respirare. Allora sto morendo?”
Si chiese il figlio di Bykov.
E ancora: “Ma non sento le scosse elettriche e non mi trovo con la testa nel lavandino come mi aveva preannunciato quel bastardo di Benetti? Allora si vede che il boia Kovalenko avrà cambiato tecnica di tortura? Ma perché non mi fanno le domande e continuano a versare acqua sul tessuto? Così va a finire che muoio! Sì, è arrivata la mia morte. Ma perché ora mi schiaffeggiano e mi chiamano per nome?”

<<Svegliati Federico! Svegliati fratello! Sono io, Adrian!>>
Al quarto schiaffetto leggero, Bond aprì gli occhi. Si trovava sì sdraiato, ma non su un’asse inclinata, bensì su un tavolo di legno. Venne aiutato ad alzarsi con la schiena affinché potesse rimanere seduto sul bordo del tavolo. Si toccò la nuca e fece una smorfia di dolore schiudendo le palpebre e vide di fronte a sé un uomo con i capelli lunghi e neri raccolti con la coda di cavallo. Occhi neri e barba folta scura. Lo riconobbe.
<<Ciao Adrian, ciao caro fratello, sono felice di rivederti finalmente in carne e ossa. Ma non mi stavano appena torturando qualche istante fa? Mi sembrava proprio che stavo per morire.>>
Nel frattempo, una voce femminile proveniva dalle spalle dell’amico di Bond:
<<Sono felice che tu sia ancora vivo Federico!>>
Adrian girò il volto leggermente verso la sua destra e disse:
<<Un attimo Andrea, facciamolo riprendere bene prima di fargli provare emozioni così tutte insieme. C’è il rischio che subisca un contraccolpo psicologico nocivo per la sua salute!>>
Poi si voltò verso il volto del figlio di Bykov e gli disse:
<<Non hanno fatto nemmeno in tempo a torturarti perché il boia Kovalenko sono io. Si vede che ovviamente stavi facendo un incubo nel dormiveglia e, complice la paura e l’adrenalina che avevi in corpo, il tuo bruttissimo sogno ti sembrava realtà. Ma per fortuna la realtà è che tu sei salvo e non hai grossi danni fisici.>>
Federico aveva lo sguardo smarrito del bambino che non era ancora convinto che Babbo Natale fosse un personaggio inventato e intanto il fedele amico Adrian raccontò l’antefatto:

<<Quando mi sono accorto che hanno portato via Andrea dalla casa di accoglienza, ormai era troppo tardi. Ma dalle videoregistrazioni sulla camera dove dormiva, ho rilevato che i rapitori erano due uomini di Benetti. Non pensavo che la povera rumena fosse riuscita a scappare. Devi perdonarmi fratello perché, da quando tuo padre ha saputo che avevi fatto amicizia con lei, invischiata nella malavita, mi ha ordinato di piazzare delle micro telecamere nel tuo ambiente di lavoro…>>
<<Non ti devi scusare Adrian, anzi, sono io che ti devo ringraziare e quindi hai visto quando sono venuti a rapirci? Ma, a proposito, mio padre come sta?!>>, domandò Bond con tono della voce smanioso.
<<Un attimo fratello, prima finisco di raccontarti come sono arrivato fin qui. Ho visto appunto che gli uomini di Benetti vi hanno portati via. Tramite un mio aggancio di San Pietroburgo, infiltrato nella mafia russa comandata da Semen Mohylevyč, sono venuto a sapere che un certo Kovalenko, torturatore di professione, è stato assoldato dal capomafia italiano. L’uomo faceva proprio al caso mio poiché nessuno conosceva il suo volto, nel senso che si è sempre camuffato in modo tale che nessuno sapesse la sua vera identità. Così, sapendo i movimenti di Kovalenko, sono riuscito a eliminarlo ancora prima che prendesse contatto con Benetti, una volta atterrato in Italia.
Sono entrato nel covo del boss con le attrezzature del torturatore e arrivato direttamente qui dove siamo ora. Tu stavi sdraiato a pancia in sù sopra questo tavolo, con le mani legate e sei rimasto qui tramortito fino a quando non ti ho liberato e rinvenuto io. Il lavandino era pronto, già pieno d’acqua e ho piazzato il generatore di elettricità vicino allo stesso. Ho chiesto a Benetti e Victor di prenderti e portarti da me per iniziare la tortura. Così, mentre loro erano distratti, in pochi istanti, ho divelto il tubo di scarico del lavandino e ho rovesciato lo stesso sul pavimento. I due bastardi non hanno fatto nemmeno in tempo ad accorgersi di cosa stava accadendo, che lo spinotto carico di elettricità al massimo, è entrato a contatto con l’acqua. Ovviamente è stato piazzato in terra da me, tutto studiato a tavolino. Avevo indossato degli scarponi speciali idrorepellenti.
Il capomafia e l’ucraino hanno perso subito i sensi e, una volta a terra li ho legati e imbavagliati per bene. Sono in fondo alla camera, guardali…>>

Il finto torturatore si spostò permettendo a Bond di vederli.
“Brutte carogne, quasi quasi chiedo ad Adrian se ha una pistola e gli sparo un proiettile sulla fronte a entrambi”, pensò il figlio di Bykov. Benetti e Victor erano seduti a terra con le spalle al muro e osservavano lui con occhi pieni di crudeltà.
Poi Federico si placò l’animo contaminato dall’odio, salutando Andrea con un sorriso. La donna era assisa su una sedia alla sua destra e contraccambiò il saluto, anche lei con un sorriso. Era vestita con una tuta blu scuro ed era tutta struccata. Federico notò che era più bella e affascinante così che agghindata da battona per gli sporchi servizi dei Benetti.
<<Come stai Andrea?>>
<<Sono molto stanca ma viva e tutto sommato incolume. Il tuo amico è poi venuto a liberarmi. Ha rischiato la vita per me, è riuscito a neutralizzare i due bastardi che ci hanno rapiti. Sono molto grata a lui.>>
<<Loro invece ho dovuto ucciderli>>, disse Adrian.
<<Allora, mio padre come sta?>>
L’amico fraterno fece già capire con uno sguardo rattristato che non aveva buone notizie da dare.
<<Devi farti coraggio Federico. I russi hanno scovato il nascondiglio di Andrey ed è stato deportato in Russia. Dalle ultime notizie del nostro collaboratore nel Donbas non è stato ferito. Comunque non si sa dove si trova. Purtroppo, come ben sai, per lui è stato più conveniente rimanere come cittadino ucraino anonimo, poiché risulterebbe come un disertore in patria e avrebbe avuto sicuramente conseguenze molto più tragiche se lo avessero riconosciuto.>>
Bond abbassò il capo per alcuni attimi.
<<Tutto bene Federico? >>, chiese Adrian e notando che era avvilito lo abbracciò.
<<Speriamo che anche questa volta il nostro Andrey torni vivo>>, disse Bond con tono di voce lievemente commosso.
<<Sì, certo, fratello, sono anch’io convinto che si salverà.>>
<<Ma di questi due infami cosa facciamo ora?>>, chiese Federico.
Intanto Andrea si alzò dalla sedia e si avvicinò ad Adrian.
<<Grazie bel moro>>, disse la donna che lo abbracciò e lo baciò. Ma poi gli diede una ginocchiata sui coglioni.
<<Ma che cazzo! Ahi!>> e lei ne approfittò per sottrargli la pistola che aveva infilata nella cintura.
L’effetto sorpresa lasciò di stucco Bond che non fece altro che assistere alla donna che uccise a bruciapelo Benetti e Victor con un proiettile a testa, direttamente sul loro petto.
<<Pezzi di merda!>>, urlò la rumena e sputò sui loro cadaveri.
<<Calmati ora Andrea, è tutto finito.
Ora ho in mente un piano per fare sparire tutta questa schifezza umana, almeno in parte>>, disse Adrian avvicinandosi a lei e prendendole la pistola dalle sue mani, con molta cautela.

Dopo qualche giorno, in un bar di Monza c’era accesa la TV su un canale che stava trasmettendo il notiziario…

“È di 3 morti e 1 ferito il primo bilancio dell’esplosione nel gasdotto Urengoi-Pomary-Uzhhorod che dalla Russia porta il gas in Europa attraverso l’Ucraina. Dopo l’esplosione, si è registrata un’impennata del prezzo del gas del 6,6%. Due giornalisti italiani Claudio Locatelli e Niccolò Celesti sono stati feriti a Kherson e su Facebook fanno sapere che stanno bene. Kiev è senza acqua a causa della situazione di emergenza delle stazioni di pompaggio della compagnia di distribuzione idrica Kyivvodokanal che sono disconnesse dalla rete elettrica. Putin ha detto che la situazione nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk è estremamente difficile…

…E ora passiamo a una notizia di cronaca nera: è stato assassinato il boss della malavita Carmelo Benetti e anche un suo uomo che era presumibilmente una sua guardia del corpo, un ex militare ucraino di nome Victor Ševčenko. Il capomafia
era latitante per una denuncia di un presunto traffico illecito di armi all’estero. È trapelato dalle indagini degli investigatori che si è trattata di una probabile guerra interna alla cosca. Infatti sono risultati scomparsi due uomini sul libro paga di Benetti che ora sono ricercati da tutte le forze dell’ordine.”

E dopo qualche mese, nel comune del capoluogo siciliano si stava celebrando un matrimonio…
Signor Gabriele intende prendere in marito il qui presente Alfredo?
I due uomini emozionati risposero all’unisono: Sì.
A seguito della vostra risposta affermativa io, Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Palermo, dichiaro in nome della Legge che siete uniti in matrimonio…
<<Non trovi che siano bellissimi Federico?>>
<<Sì Rebeca, certo amore e sono felice per loro. Gabriele, non solo ha proposto ad Alfredo di sposarlo, ma gli ha fatto pure come regalo una luna di miele nella sua Palermo>>.
Bond e la sua compagna, presenti alla cerimonia nelle vesti di testimoni, applaudirono insieme a tutti gli ospiti presenti. Seduti in prima fila c’erano Adrian e Andrea con i figli gemelli di Rebeca e Federico.

Venne sera e in un agriturismo nella periferia palermitana la baldoria la faceva da padrona per la presenza di tanti invitati siciliani, parenti di Alfredo.
Una piccola band suonava musica contemporanea:
“Eh-eh, eh-eh, mmh
Siamo tornati qui con l’ultimo treno perso
E non è colpa tua, era solo amore, almeno penso
Tornerà, tornerà, forse tornerà
Come il bacio di una madre ogni giorno
Come l’ultimo più bel ricordo
Il mondo è nostro, è passato anche dicembre
Ho amato così tanto che il dolore sembra niente
Il dolore tuo, il dolore che passammo
Nel 2020 o forse un altro anno
Il mondo, il mondo, il mondo, il mondo è nostro
L’odore tuo, l’odore di quell’anno
Amico mio, gli abbracci torneranno, oh-oh-oh-oh-uh…”
A tavola, tutta imbandita di ogni ben di Dio:
<<Allora, chi l’avrebbe mai scommesso? Voi due vi siete messi insieme>>, disse Federico.
<<Sì, e facciamo sul serio. Io, anche se non sembra, sono una ragazza all’antica. Voglio presentare Adrian a tutta la mia famiglia a Bucarest>>, rispose Andrea con occhi castani luminosi di felicità.
<<Confermo caro fratello, la ragazza ha colpito nel segno, eccome>>, disse Adrian e mise le mani sul suo pene facendo una finta smorfia di dolore e urlando:
<<Ahi ahi che doloreee!>> e scoppiarono tutti quanti a ridere di gusto.

“…Siamo ancora qui, siamo ancora in bilico
Ma se non puoi dare il massimo, almeno prova a dare il minimo
Tornerà, tornerà, tornerà
Siamo figli di quest’anno che vieta
Mentre la città riprende vita
Il mondo è nostro, è passato anche dicembre
Ho amato così tanto che il dolore sembra niente
Il dolore tuo, il dolore che passammo
Nel 2020 o forse un altro anno
Il mondo, il mondo, il mondo, il mondo è nostro
L’odore tuo, l’odore di quell’anno
Amico mio, gli abbracci torneranno…”

E venne notte a Monza. Nel cimitero, come un incubo scese improvvisa coprendo i peccati e le miserie della città.
Agli angoli delle strade si poteva trovare qualche gatto che vagava qua e là senza una meta precisa e nessuno ricordava più le notti delle notti senza luna…
Nella semioscurità si intraveda la foto di Carmelo Benetti sulla lapide e la figura oscura del nipote Samuel in piedi di fronte ad essa.

<<Ti giuro, con tutto il mio cuore che ti vendicherò amatissimo zio…>>

😈To be continued😈

“Bloody Facebook The Origins”
di Carlo Bianchi Orbis.

C’è sempre un lieto fine di una
storia narrata, dipende dai
punti di vista e cioè se la
leggi stando dalla parte del cattivo
piuttosto che del buono.
#carlobianchiorbis
Social Storytelling

#carlobianchiorbis
#bloodyfacebooktheorigins
#speranzeletterarie

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