> CAPITOLO 4 < SCENT OF THE SEA

Scent of the Sea – Chapter 4

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POST 4

ANNO 2068 PIANETA TERRA 

🔮PRIMO E SECONDO GIORNO: L’INCONTRO E LA SINTONIA🔮

A parecchi anni luce dalla scoperta del mondo parallelo, sul pianeta terra, in una villa della periferia di Voghera, c’era Xavier Roncalli seduto sulla poltrona del soggiorno. Stava attendendo la nuova badante con la piccola figlia. Aveva appena terminato di leggere un libro intitolato Bloody Facebook. Trattavasi di un thriller molto particolare scritto nel 2017 e pubblicato agli inizi del 2018, dal suo amico d’infanzia Carlo Bianchi Orbis di Abbiategrasso. Il vecchietto rimase affascinato dalla particolarità della narrazione scritta dall’amico: tanti capitoli brevi, stesi in modo semplice e scorrevole ma che coinvolgono il lettore in un’atmosfera di suspense e colpi di scena.  Xavier rimase anche affascinato dalla versatilità di Carlo Bianchi: dopo il primo thriller scrisse un romanzo visionario, per poi passare a un giallo e altri racconti di vario genere letterario. 

“Sono proprio fiero di te caro Carlo…” Disse sospirando il vecchietto, pensando ai vecchi tempi e decise di chiamarlo, attivando la chiamata telefonica dal suo smartphone da polso. Dopo dieci secondi dalla “call attivazione “rispose l’amico:

– Ehi Xavier, amico mio, come stai? Mi fa molto piacere sentirti…

– Bene, vado avanti bene, mi fa molto piacere anche a me caro Carlo sentirti, tu come te la passi? 

E tua moglie Lorena come sta?

– Io abbastanza bene e mia moglie anche, è proprio qui vicino a me, ti saluta. Da quando abbiamo deciso di trasferirci nella casa di riposo sul mare della Sicilia, ci sembra di essere ringiovaniti di almeno dieci anni. A proposito? Quando ti deciderai di raggiungerci? Non ti senti solo in quella bella villa di Voghera?

– Mi sa carissimo amico che ti devi rassegnare. Il mio cuore rimane ancora legato qui, nei ricordi della mia amata Sonia e di mia sorella Veronica che se ne è andata nella beatitudine dei cieli, giusto un anno fa. Poi, ora ho deciso finalmente di affidarmi a una giovane badante. Si chiama Ludmilla e speriamo di trovarci in sintonia, perché porterà anche sua figlia di cinque anni e pertanto sarà come avere in casa una nipote e una pronipote…ah, ah, ah …

I due vecchietti si misero a ridacchiare.

– Scusami caro Xavier ma purtroppo ora ti devo lasciare, c’è l’infermiera che ci chiama per gli esami del sangue settimanali, ciao, un bacione da parte di Lorena. Ti chiamerò io…

– Okay, ciao caro, salutami Lorena, un bacione…

Xavier staccò il collegamento telefonico e pensò sorridendo che comunque avrebbe dovuto chiamarlo di nuovo lui, in quanto l’amico e la moglie sicuramente non si sarebbero ricordati: erano affetti da Alzheimer da alcuni anni. Roncalli fece un mesto sospiro e prese dal tavolino la pipa in radica, in cui aveva già inserito il tabacco Mac Baren e due gocce di grappa Riserva Cabernet. Si accese la pipa e fece schioccare il pollice e il dito medio due volte, per accendere la TV. Si materializzò davanti a lui uno schermo formato da luci provenienti dal soffitto. Xavier non aveva bisogno degli occhiali da vista, in quanto le radiazioni elettromagnetiche dello schermo, erano calibrate in funzione delle sue diottrie. 

<<Canale notiziario… >> disse ad alta voce e sullo schermo comparvero sei numeri opzionabili di colore verde su cui stavano trasmettendo le notizie. 

<<Canale uno…>> e la TV si sintonizzò sul canale desiderato con tre opzioni in verde: opzione uno – riepilogo notizie delle ultime 24 ore; opzione due – notizia in rilievo; opzione tre – notizie in tempo reale. 

Xavier scelse opzione tre col comando vocale. 

La giornalista televisiva stava dando la notizia che la polizia aveva appena catturato uno spreader nella periferia ovest di Milano, dopo una caccia serrata durata un’ora, per essere stato colto in flagrante in un tentativo di violenza sessuale. “Poverina, proprio come successo a Ludmilla, solo che lei è rimasta incinta. Menomale   che poi è nata la sua bambina e sono state salvate entrambe. Non vedo l’ora di conoscerle.” Pensò il vecchietto e poi si addormentò. 

Verso le ore ventuno il vecchietto si svegliò di soprassalto, in quanto si rese conto di essersi addormentato per parecchio tempo; guardò l’orologio e constatò che la badante e la bambina fossero parecchio in ritardo sull’orario stabilito di arrivo. “Avranno avuto dei grossi contrattempi durante il viaggio dalla Svizzera. Speriamo non sia successo niente di grave…” disse a se stesso Roncalli e si sfregò gli occhi energicamente per riprendersi dall’intorpidimento. Dopodiché vide che il canale uno, opzione tre, stava trasmettendo la pubblicità:

” Nella clinica Conception and Passion potrai avere il figlio che desideri e avere momenti di passione indimenticabili. Non esitare! Chiama subito il numero che vedi in sovraimpressione, cosa aspetti? Se vuoi un figlio sano e soddisfare appieno le tue passioni amorose, chiama subito! Vuoi diventare uomo o donna in breve tempo e a costi vantaggiosi? La tua identità sessuale non ti soddisfa? Recati subito alla clinica Change Sex Now; cambi sesso subito a costi vantaggiosissimi!”

Xavier pensò che il mondo fosse inevitabilmente diventato come temeva, un caos di identità sessuale. Non si capiva più se uomini e donne fossero tali dalla nascita. Inoltre, soprattutto nei nativi degli anni quaranta, vi era ormai la pura espressione dell’essere transgender. Maschi e femmine si vestivano e si truccavano senza distinguersi, senza identificarsi interamente in nessuno dei due sessi. Così il Governo mondiale, nell’anno 2051 varò la legge dell’obbligo di identità sessuale per ogni essere umano. Essa prevedeva un microchip, denominato Guaranteed Sexuality, inserito sotto la pelle e appena sotto il lobo dell’orecchio destro. Ogni individuo in possesso del proprio badge documento di identità, aveva la possibilità di verificare attraverso un piccolo decodificatore inserito nello stesso, l’identità sessuale altrui. In pratica si trattava di una sorta di pedigree usata per gli animali applicata agli esseri umani. Xavier pensò che almeno la pipa avrebbe addolcito il disgusto che stava provando in quel momento e non appena fece tre schiocchi con le dita per spegnere la TV, suonarono al campanello.

“Sono arrivate…” pensò Roncalli e si alzò dalla poltrona per andare al videocitofono. Avrebbe potuto benissimo azionare il videocitofono oculare, ma preferì andarle incontro per dare il benvenuto come si deve. Ci teneva ancora ai comportamenti decorosi di un tempo. Ludmilla entrò chiedendo permesso e disse: 

«Buonasera signor Roncalli, sono felice che lei mi abbia assunta come badante e di permettere che io possa vivere con mia figlia nella sua casa, le sono veramente grata».

«Ben arrivate. Ma si figuri Ludmilla, a proposito, come si chiama questa bellissima bambina con i riccioli d’oro?»

Mentre Xavier fece la domanda, la bambina lo guardò con un sorriso solare e con occhioni verdi lucidi.

«Si chiama Ginevra» rispose Ludmilla.

«Bene signora Schneider, mi sono addormentato per tutto il giorno e ho saltato il pranzo, ora sono affamato, volete mangiare qualcosa con me?»

«No, grazie signor Roncalli, siamo stanchissime per il viaggio, c’è stato un incidente ferroviario al valico con l’Italia. Ci siamo rifocillate più che a sufficienza sul treno.»

«Allora vi accompagno subito alla vostra camera.»

Xavier, dopo aver accompagnato la badante e la bambina nella loro camera, andò subito in cucina per mangiare. Si fece un piatto freddo di affettato e formaggio. Poi passò quasi tutta la notte in bianco perché era molto emozionato; non vedeva l’ora di conoscere la giovane donna e la figlia.

Arrivò l’alba e il vecchietto si alzò di buon mattino per preparare la colazione. «Buongiorno signor Roncalli, si alza presto al mattino? La ringrazio per la colazione, ma non doveva disturbarsi, mi mette in imbarazzo! Anzi, avrei già dovuto pensarci io.» Il padrone di casa, prima di parlare, osservò la ragazza, nella sua bellezza naturale del dopo risveglio. Aveva un bel nasino alla francese, capelli rossi soffici e setosi e due occhi verdi che incantavano.«Buongiorno a te Ludmilla. Non ti preoccupare, per ogni giorno che passa dormo sempre qualche minuto in meno. È proprio vero quello che diceva mio padre, più si invecchia e meno si dorme. Per fortuna sono ancora in buona salute, sono indipendente in tutto. E poi c’è la tecnologia che aiuta molto. Guarda che sono ancora in gamba. Nonostante i miei centouno anni riesco ancora a preparare la colazione. Ho voluto una badante, con gradita prole al seguito, perché ho bisogno di compagnia, mi sento tremendamente solo. Comunque dammi pure del tu, così mi farai sentire più giovane».  

«Okay Xavier, molto gentile. Ma Ginevra arriva o no? Ginevra, ti sbrighi?» Nello stesso momento la bambina arrivò sorridente come il sole di primavera e si sedette a tavola. «Ciao dolcezza, vuoi caffelatte, tè, oppure solo latte?» Le chiese Xavier. La bambina, sorridendo, non rispose ma indicò col ditino il bollitore in acciaio sul piano cottura. «Vuole il latte» disse Ludmilla e Xavier capì, guardando l’espressione della madre, che qualcosa non andava. La badante con molto tatto e garbo disse a bassa voce: «Mia figlia non parla dalla nascita. Sono andata dagli specialisti di mezza Svizzera e tutti mi hanno confermato che il mutismo è stato causato dallo shock che ho subito nella violenza sessuale. Gliel’ho trasmesso al concepimento». «Mi dispiace, poverina» disse Xavier e fece alla bambina il miglior sorriso che mai avesse potuto fare nella sua vita e anche lei glielo contraccambiò e si girò verso la madre facendo dei gesti con le mani nel linguaggio dell’alfabeto muto. «Mi ha detto se puoi macchiarlo leggermente con del caffè» chiese la mamma per la bambina. 

«Ma certo amore» disse il vecchietto con tono di voce quasi commosso e mentre lui versò il latte caldo nella tazza, Ludmilla continuò il discorso sulla figlia: 

«Come vedi, può esprimersi con me attraverso l’alfabeto muto. Lei ha già imparato a scrivere correttamente l’italiano, ma grazie al linguaggio dei gesti è decisamente tutto più veloce, direi, no?»

«Certamente cara.» Finirono la colazione e Xavier, mentre la badante si apprestò a sparecchiare e lavare le tazze, prese per mano Ginevra e andò a sedersi sulla poltrona in salotto. Fece sedere la bambina sulla sua gamba e mentre le fece un buffetto sulla guancia lentigginosa, lei toccava divertita, con la manina, il suo naso bulboso e arrossato dal peso di parecchi anni vissuti. Il vecchietto aveva una gran voglia di sapere come si trovava la bambina nella sua casa, conoscere le sue sensazioni, così, anche se era consapevole che fosse muta, d’istinto le chiese: «Allora Ginevra, hai dormito bene stanotte sul lettino che ho comprato apposta per te?» E la bambina annuì sorridendo teneramente. Xavier pensò, in un primo momento, di prendere carta e penna non conoscendo l’alfabeto muto, ma poi gli venne in mente un’idea: 

«Scusami piccola, vado a prendere un giochino, aspettami qui un attimino sulla poltrona.»

Xavier tornò con una scatola, la appoggiò sul tavolo del salotto e tirò fuori due cuffie Bluetooth che sembravano semplicemente apparecchi  audio, in realtà, permettevano la connessione telepatica. Era un regalo che gli fece l’amico Carlo per il suo compleanno, prima che si ammalasse e si trasferisse in Sicilia con la moglie. I due amici si divertivano molto a giocare con le cuffie, perché la connessione telepatica migliorava le funzioni celebrali e quindi anche l’umore. Xavier si sedette di nuovo con le cuffie in mano e una volta che la piccola si assise sulla sua gamba, le pose sulla propria testa e su quella di Ginevra. Il vecchietto, usando questo tipo di connessione doveva però anche lui comunicare con la mente e non parlare, perché c’era il rischio di avere effetti collaterali, al proprio cervello,  tra i più dannosi: la perdita della memoria. 

🔮Ciao Xavier, sono felice finalmente di averti incontrato, non ti ricordi di me?

Il vecchietto, con un’emozione che aveva ormai quasi scordato di provare, le rispose:

🔮No, hai solo cinque anni, come faccio ad averti conosciuta nel mio passato?

E mentre disse, con la mente, queste parole, fu colpito da così tanta intelligenza, in una creatura così piccola. Non credeva, che lei, pur non avendo mai parlato, potesse esprimere ben chiaramente certi pensieri.

🔮Ora non vorrei metterti in subbuglio, non ti ricordi che fui già nella tua mente nel lontano 3 maggio 2017, sulle colline dell’Oltrepò Pavese?

Si raggelò il sangue a Xavier perché quello fu un triste e drammatico avvenimento della sua vita, che aveva rimosso dall’inconscio, dopo parecchi anni di sedute dallo psicologo. Gli ritornò in mente tutto, per filo e per segno, tutti i particolari, ma soprattutto quello che più lo stava turbando fu il fatto che la bambina non era apparsa nei suoi sogni quel drammatico giorno, ma realmente nella sua coscienza più intima.

🔮Scusami piccina ma dobbiamo rimandare tutto a domani.

Xavier temeva che questa idea della connessione telepatica fosse uno shock per la bambina, invece fu devastante per lui.

#carlobianchiorbis

I giovani e i vecchi sono le due facce imprescindibili della stessa medaglia. I giovani sostengono i vecchi, mentre i vecchi insegnano ai giovani a crescere. Senza di essi non c’è futuro.

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5 commenti

  1. silvia ha detto:

    Mi piace molto, complimenti per la trama, buona serata.

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    1. carlobianchiorbis ha detto:

      Grazie Silvia… Buona serata anche a te 😘

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      1. Antonella Di Lauro ha detto:

        Mi è tanto piaciuto !

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  2. valy71 ha detto:

    Davvero molto bello! ☺

    Piace a 1 persona

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